L’educazione all’esperienza. Sperimentare per comprendere e camminare per conoscere

Ho “accasciato” – nel senso di mettere nella “cascia” – una serie di ricordi ed insieme a loro anche tanti orpelli che vi corrispondono. Quello che in questo momento rende più autenticamente la mia esperienza è un pezzo di carta strappato da chissà quale diario per scriverci sopra segreti che vanno custoditi fino alla morte. È il più vero hic et nunc perché impersona quel genere di immaterialità che ognuno può vivere sulla sua pelle, senza doverne e o poterne dare spiegazione o giustificazione alcuna. È solo che in un momento della propria vita ha la facoltà di corrispondere a ciò che si vive. È allora che acquisisce valore e diventa un insegnamento. Si va aldilà della composizione del semplice oggetto e si valorizza la storia che racconta. La mia è questa. In essa è racchiuso il senso di un procedere, di un percorrere e di un fermarsi a tempo debito a riflettere. Questa è madre montagna. Non è rinchiusa nella “cascia”. È viva ed è accasciata sulle spalle della nostra responsabilità. Siamo adulti e cerchiamo di divulgare tra i nostri pari e tra i giovanissimi, una sensibilità che provenga dall’essenza delle cose, che sottintenda l’uomo e la sua humanitas, che lo avvicini alla natura ed agli animali senza contrapporlo ad essi. Perché l’armonia è fatta di ogni singola azione, emozione, sentimento e sentore, razionalità ed istinto, in un atavico equilibrio che l’uomo ricerca e sfugge. Com’è stolto ed inaccorto! Basterebbe aprire gli occhi, sgranarli fino alla meraviglia, tendere le orecchie e fare silenzio ed il maestro muto parlerebbe, di riflesso, ad ogni cuore. E semplice sarebbe adattarsi al fare, nel riconoscimento della sua esattezza.
Tutto questo sentire e tutta questa esperienza come un fardello senza peso ci siamo portati negli zaini in questa estate appena trascorsa. Gli adulti hanno fatto esperienza di un mondo che parla se si ha voglia di ascoltarlo, che ci comunica, che non è altro da noi, ma che diventa tale solo perché noi ci allontaniamo sempre di più. E quindi hanno compreso che a lui bisogna ritornare non solo per rigenerare sé stessi e la propria vita, ma per costruire un domani migliore ai propri figli.
I bambini, del centro estivo e del campo di chiusura del POR CALABRIA FSE 2014-2020 – Azione 10.1.1 – “A SCUOLA DI INCLUSIONE” promosso dall’IC Cotronei hanno cominciato a leggere il linguaggio della natura, hanno iniziato a comprenderne le sfaccettature, le bellezze le profondità, dimostrando che se stimolati nella direzione giusta – che è quella del rispetto, della custodia e della cura – sanno cogliere il giusto valore della vita e sanno essere sostenibili.
Perché la sostenibilità, tutto sommato, e volendolo dire con parole semplici come si fa, appunto, con i bambini, altro non è che il ritorno alle piccole e semplici cose, a tutte quelle attività che nemmeno tanto tempo fa, facevamo, noi tutti  con naturalezza e senza aspettarci un premio!

Maria Assunta Albi – Il Barattolo Ecotronei

da: Cotroneinforma n. 146

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