Messina, il 12 agosto il corteo No Ponte per le vie del centro

 

Partenza fissata alle 18 da Piazza Cairoli. In programma anche un campeggio di tre giorni. In autunno prevista una manifestazione nazionale

MESSINA. Dopo il corteo del 17 giugno, con migliaia di persone per le strade di Torre Faro, il movimento No Ponte torna a manifestare per esprimere la propria contrarietà all’opera infrastrutturale fra le due sponde dello Stretto. La manifestazione si svolgerà questa volta in centro città, il 12 agosto, con partenza da Piazza Cairoli. “Per accogliere chi verrà da fuori città e per ritagliare un momento di riflessione e confronto collettivo”, spiegano gli organizzatori, l’11, 12 e 13 agosto è stato organizzato un piccolo campeggio NO ponte al Camping Marmora.

Fra le varie iniziative in programma anche la rassegna “Aunni Annari”, che si svolgerà a Torre Faro, al ritrovo Km Zero e al lido “Horcynus Orca”, martedì 8 e mercoledì 9 agosto. In tutto in attesa di una grande manifestazione nazionale in programma in autunno.


Di seguito la nota diffusa dai promotori:

“Nelle intenzioni di Matteo Salvini, Pietro Salini (AD di Webuild) e Pietro Ciucci (AD della riesumata s.p.a. Stretto di Messina), quella che stiamo vivendo sarà l’ultima estate senza i cantieri del ponte sulle due sponde dello Stretto di Messina. Secondo il triste cronoprogramma che stima i tempi del riavvio dell’iter di progettazione e costruzione dell’opera, a luglio 2024 dovrebbero essere messe in moto le ruspe. Si sarebbe quasi tentati di dirsi «Godiamocela, finché è possibile»… e invece NO.

Noi, le no ponte e i no ponte, i movimenti sociali e ambientalisti, siamo dell’idea che sia proprio questo il tempo di fermare la devastazionedelle città delle Stretto: prima che cominci.

La manifestazione del 17 giugno a Torre faro ha dimostrato (anche se non ce n’era bisogno, per chi ha occhi per vedere scevri dalla propaganda) che la costruzione del ponte è tutt’altro che avvolta dal consenso.

Migliaia di persone provenienti dalle due sponde dello Stretto, ma anche da altrove, hanno deciso di sacrificare – nel senso più alto e laico del termine, nel senso di rendere sacro – il loro tempo e le loro energie per manifestare la volontà di difendere il territorio.

Migliaia di persone sono accorse nel luogo-simbolo della devastazione, dove dovrebbe sorgere il pilone del ponte, e hanno lanciato una prima avvisaglia di resistenza a quello che i sostenitori dell’opera vorrebbero rappresentare come un obbligo (stante la conversione in legge del decreto ponte).

Quella manifestazione ha detto, al contrario, che nessuna opera è legittima se non la legittimano gli abitanti: i siciliani e i calabresi hanno dato un segnale di chiara avversione all’inizio dei lavori. E non ci sorprende. Nella consapevolezza di gran parte della popolazione, infatti, si è consolidata l’opinione che a guadagnarci, in questa operazione, siano solo costruttori, progettisti e politici a favore. A rimetterci, al contrario, sarebbero i cittadini, che pagherebbero due volte i lavori del ponte: la prima volta come abitanti, sottoposti a una quotidianità infernale in mezzo ai cantieri che apriranno da Torre faro a Contesse e oltre, dalla durata imprevedibile se la si commisura con i tempi di realizzazione delle opere pubbliche in Italia e se si tiene conto degli inevitabili imprevisti che implica ogni opera di tale portata; la seconda volta da contribuenti, che si vedrebbero sottratte risorse pubbliche che andrebbero utilizzate per opere utili al territorio (messa in sicurezza idrogeologica e sismica, potenziamento del servizio sanitario, ammodernamento del sistema viario e dei trasporti nello Stretto, risorse per la scuola e per il welfare, sostegno alle piccole imprese locali, solo per dirne qualcuna).

Il ponte sullo Stretto, d’altronde, è espressione di un modello economico e politico che guarda agli ambientisolo come ‘spazio’ da occupare e da cui trarre profitto. Per questa ragione, mentre chiamiamo le comunità dello Stretto a partecipare alla difesa della vivibilità dei luoghi che abitano, facciamo appello ai movimenti in difesa dei territori, ai comitati di base contro le nocività, a chi si batte contro i processi di militarizzazione, ai movimenti ambientalisti e contro il cambiamento climatico: scendiamo in piazza insieme, per una lotta comune.

Perché la lotta contro il ponte è rabbia contro la devastazione e lo sfruttamento del territorio, è ferma volontà di impedire la costruzione di un’opera inutile e dannosa, ma è anche amore, desiderio, immaginazione, creazione di qualcosa che non c’è e potrebbe essere…

…e allora costruiamo noi, insieme, il nostro presente e il nostro futuro: libero da imposizioni devastanti, libere e liberi di decidere sulle nostre vite, sui territori che abitiamo, sui mondi che sogniamo.

Il 12 agosto 2023 alle 18:00 a piazza Cairoli (ME), al CORTEO NO PONTE, mescoliamo ancora una volta i nostri desideri, facciamo ancora una volta sentire le nostre voci e tutta l’energia che opponiamo alla devastazione dei territori”.

Per informazioni relative alle attività verso il corteo, al corteo stesso o al campeggio: nopontemessina@gmail.com – fb No Ponte – Telegramt.me/noponte

 

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