ORDINE PUBBLICO E QUESTIONE GIOVANILE

Il 9 gennaio, nella Sala delle Conferenze del comune di Cotronei si è tenuta una riunione pubblica a seguito dell’incendio doloso di tre automobili avvenuta in via Laghi Silani qualche giorno prima.

In realtà, il caso dell’incendio rappresenta l’ultimo episodio di microcriminalità o vandalismo che, negli ultimi tempi, ha comportato l’incendio di un’altra automobile, il taglio di diverse piante di ulivi, furti nelle abitazioni, la foratura di diversi pneumatici di automobili e forse altro ancora.

Certo, non si può parlare di fenomeni di criminalità organizzata: le diverse vicende vengono difficilmente attribuite a una matrice comune. In ogni caso, vista la frequenza degli episodi, la comunità cotronellara ha la necessità di interrogarsi sugli accaduti e le istituzioni hanno il dovere di cercare soluzioni.

La riunione del 9 gennaio, inizialmente pensata su invito e, dunque, per poche persone della politica e dell’associazionismo locale, è risultata, invece, molto partecipata, con la presenza di tanti cittadini che hanno voluto comprendere quanto stava accadendo e le determinazioni istituzionali per affrontare il problema.

Il sindaco Nicola Belcastro e il parroco don Francesco Spadola hanno aperto l’incontro con riflessioni e analisi sulle questioni dell’ordine pubblico. A seguire molti interventi del pubblico hanno portato altri punti di vista, altre visuali del problema. In realtà, la sensazione al termine dell’incontro, è stata quella di aver parlato tanto senza “quagliare” qualcosa. Ognuno ha detto la sua, mettiamola così.

Agli accadimenti che scuotono l’ordine pubblico, fanno sempre seguito incontri o convegni che, in sostanza, non propongono strumenti di intervento e possibili soluzioni ai problemi. Se non fosse per l’importante successiva intensificazione dei controlli delle forze dell’ordine, il tutto potrebbe apparire in un quadro immodificabile.

Diciamo che si testimonia una presenza, com’è giusto che sia.

A dire il vero, molte volte, nei ragionamenti e nel discutere di tali problematiche, ritorna regolarmente un certo argomento: la questione giovanile di Cotronei. Non che i giovani siano gli indiziati per i fenomeni di criminalità, tutt’altro, ma vengono tirati dentro nei discorsi a causa dei loro comportamenti e, in particolar modo, per l’eccessivo consumo di alcolici misurabili nella quantità di bottiglie di vetro raccolte all’esterno dei locali pubblici, e dopo ogni notte di movida in salsa cotronellara. Le ultime due amministrazioni comunali hanno sollevato il problema, identificando il fenomeno come un campanello di allarme sociale. La cosa strana, però, è che il tutto emerge soltanto in queste occasioni, ovvero quando si discute di ordine pubblico, quasi ci fosse una connessione tra i diversi fenomeni. No, non esistono connessioni, ma le occasioni pubbliche portano a dissertare su tutto.

La questione giovanile, a dire il vero, meriterebbe ben più ampie riflessioni. È innegabile, i giovani bevono, in tanti stanziano beati nei loro notturni, chi in tranquillità, chi in feste di ogni tipo. I bidoni del vetro, strapieni di bottiglie di birra vuote, sono il corpo del reato, l’indizio di un fenomeno sociologico che dev’essere indagato. Nell’ultimo decennio a Cotronei, negli interventi in diverse occasioni pubbliche, spuntano quelle immagini delle bottiglie di vetro: si mettono come problema sociale e, come sempre, non si propongono strumenti d’intervento e possibili soluzioni ai problemi.

Diciamo che si testimonia una sensibilità, com’è giusto che sia.

E se volessimo adesso parlare di giovani? Non basterebbe un’altra pagina di giornale. Proviamo per sintesi e dentro circoscritti steccati di ragionamento.

Considerando un range generazionale dai diciotto ai trent’anni in su, la stragrande maggioranza dei giovani sono consapevoli di vivere in un tempo infame. Prende una disperazione immane nel vedere così tanti ragazzi che non sanno cosa fare. La gran parte a spasso, e troppo pochi quelli che lavorano, la maggior parte con salari da fame. Quelli che ancora studiano guardano al dopo con preoccupazione. Alla fin fine, ragazzi diplomati o laureati cambia poco, tutti con la stessa sorte di inoccupati, disoccupati o precari. I giovani, tanti giovani stanno agganciati agli ultimi stipendi o pensioni ancora esistenti dei genitori o dei nonni. Dunque, da questo punto di vista, l’universo giovanile è drammatico.

Andiamo oltre. I giovani ci sono ma non si vedono. Qualcuno rileva le loro tracce, appunto, nei vuoti di bottiglie destinate alla differenziata. Quei famosi bidoni del vetro all’esterno dei locali, strabordanti di bottiglie di birra scolate dai giovani nei loro notturni, rappresentano un indicatore pericoloso, che crea inquietudine. Certamente i ragazzi e le ragazze del nostro tempo tracannano molto di più rispetto alle generazioni precedenti. C’è anche da dire, però, che il bere, seppur eccessivo, raramente porta a situazioni di disordine pubblico. Diciamo che bevendo in tranquillità, sfogano gioia e allegria, paranoie e frustrazioni, ma difficilmente finiscono per girare ubriachi a far casino o risse. Nel complesso, il fenomeno non dovrebbe essere troppo configurato come problematica sociale, semmai diciamo come questione di salute, perché se si beve come fessi ci si spappola il fegato velocemente. Pertanto, ragazzi, bevete il giusto senza esagerare.

Detto questo, andiamo ancora più oltre.

Diciamola tutta fino in fondo, se dovessimo cercare elementi di preoccupazione e possibili campanelli di allarme sociale, bisognerebbe indagare le nuove generazioni nell’indifferenza verso la politica, la vita amministrativa, il sociale. Sono in pochi che si muovono in qualcosa; tutto il resto osserva immobile il mondo che scorre tra il Vallone delle Pere, la piazza e le birrerie/caffetterie. Si sono costruiti un guscio dal quale non vogliono uscire. Non rivendicano spazi, diritti, lavoro. Il variegato universo giovanile persevera nell’assoluto disimpegno, facendo mancare ogni forma di contributo al cambiamento della società locale.

Basta con la sintesi. Si era partiti da questioni di ordine pubblico e siamo approdati alle questioni riguardanti i giovani. Si rinuncia a cercare spiegazioni.

Giap

Tratto da: «Cotroneinforma», a. XXI, n. 123, novembre 2014-marzo 2015.

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