PUBBLICI SERVIZI E INTERESSI COLLETTIVI. La raccolta differenziata dei rifiuti nel Comune di Cotronei

Amarcord 

Alla fine il Comune di Cotronei si è scaricato da Akros senza battere ciglio. Forse non era così difficile come, negli anni, tutti volevano far pensare.

Tutto così veloce. Ci saremmo aspettati, anche a mezzo stampa, un bilancio economico e politico per questo decennio di gestione dei rifiuti solidi urbani, le motivazioni, gli aspetti tecnici dell’operazione. Niente di tutto questo, ormai l’Akros appartiene al passato.

Dalla nostra prospettiva, con questo giornale, cosa possiamo dire? A parte la positività dei lavoratori di Cotronei impiegati nel servizio e che hanno sempre svolto il lavoro con serietà, non ricorderemo sicuramente l’Akros con rimpianti.

Era, quella di Akros, l’esternalizzazione del servizio a una società definita in house, ovvero in casa, nel senso che risultava pubblica ma costituita in forma societaria: una moderna società al passo con i tempi del neoliberismo.

Il tutto era iniziato il 20 settembre 2002, quando il Consiglio provinciale di Crotone approvava il Piano provinciale di gestione dei rifiuti. A sorvegliare l’operazione, il commissario delegato per l’emergenza rifiuti in Regione Calabria. Nasceva «Akros S.p.A.», società mista pubblico-privata, con partecipazione del 49% delle società del gruppo Vrenna e il restante pacchetto azionario tra i 27 comuni della Provincia di Crotone.

La nuova società si sarebbe occupata, non in tutti comuni della provincia, oltre che della raccolta differenziata, anche del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani.

La ratio individuata dall’ufficio del commissario delegato per l’emergenza rifiuti, era quella di ridurre le spese e avviare una gestione integrata e industriale dei servizi di igiene urbana. Niente di tutto ciò è avvenuto. Alle percentuali insignificanti di raccolta differenziata ha fatto seguito un servizio che ha tirato sempre a campare, mentre di riduzione delle spese neanche a parlarne. I debiti crescevano di anno in anno. Già nel 2009 si parlava di ricapitalizzazione della società per ripianare oltre 6 milioni di euro di debiti.

La storia degli ultimi tempi ci racconta della messa in liquidazione dell’Akros, fallita per debiti e per gravi incapacità gestionali.

Meriterebbero ben più ampie analisi e riflessioni le società come Akros nella Provincia di Crotone, la gran parte rimaste con pesanti debiti, personale da gestire e navigazione a vista in questo nostro tempo complicato. Meriterebbe ben più ampie analisi e riflessioni la classe politica che ha fatto nascere e ha gestito queste società, con neo-manager e consigli di amministrazione provenienti dalle sezioni, ops, dai circoli di partito. Non vogliamo adesso parlare di questo e andiamo oltre.

Il servizio, il cittadino, l’informazione

Agli inizi dello scorso anno, il Comune di Cotronei ha intrapreso un percorso per fuoriuscire da Akros e, contestualmente, ha strutturato un nuovo appalto per il servizio.

Infatti, con pubblicazione nel Supplemento alla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea del 14 febbraio 2014, il comune ha indetto un bando di gara per l’affidamento del servizio di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti solidi urbani e assimilati e dei rifiuti differenziati. Importo complessivo dell’appalto 1.454.545,00 euro, per tutta la durata stabilita in cinque anni. Come da capitolato speciale d’appalto, la raccolta e trasporto dei rifiuti solidi urbani è intesa con il metodo porta a porta.

Con tre ditte partecipanti, l’impresa Reteservizi srl con sede a Margherita di Savoia (Br), si è aggiudicata il servizio, con un ribasso del 2,37% e bloccando l’appalto a 1.420.546,28 euro. La stessa società pugliese, in data 2 settembre, ha subappaltato il servizio all’impresa Industria Boschiva Serravalle Domenico srl per un corrispettivo fissato a 200.000,00 euro.

Dal 15 settembre a fine ottobre si è materializzato il passaggio del personale da Akros alla Reteservizi e, dunque, alla Serravalle. Il comune ha impegnato circa 40 mila euro per consentire il servizio nella transizione.

Nella prima decade di novembre iniziava la raccolta differenziata.

L’operazione, chiaramente, non era semplice. Da un giorno all’altro sparivano i cassonetti e la popolazione si ritrovava improvvisamente a modificare abitudini e comportamenti sedimentati nei decenni.

Sono trascorsi cinque mesi, un tempo sufficiente per una prima riflessione. La raccolta porta a porta può funzionare. Molti cittadini – la gran parte – hanno mostrato un’ottima capacità di organizzazione e di adattamento. In paese, almeno, il servizio potrebbe andare regolarmente a regime. A Difisella e nella Sila di Trepidò, forniti ancora di cassonetti, la spazzatura finisce con il trasbordare in ogni dove. A Trepidò ancora non è prevista la raccolta differenziata; a Difisella, invece, dovrebbe essere avviata la raccolta porta a porta ma non è iniziata. Probabilmente il meccanismo da quelle parti sarà più complesso da gestire. Vedremo.

L’elemento di maggiore criticità, com’era prevedibile, riguarda quella parte di popolazione che non intende comportarsi correttamente. In modo del tutto arbitrario lasciano sacchetti indifferenziati e altri rifiuti in giro per le strade del paese. Per non parlare dell’indecenza di sporcizia che si accumula fuori del centro abitato. In queste forme, risalta l’assoluta mancanza di senso civico di alcuni cittadini, un comportamento sicuramente inaccettabile per tutta la restante popolazione. Non è giusto.

Nel capitolato d’appalto, l’impresa dovrà assicurare a proprie spese la rimozione di ammassi, cumuli e piccole discariche di rifiuti abbandonati sul territorio comunale, per un numero minimo di venti interventi annui di consistenza volumetrica non superiore a 3 metri cubi ciascuno. Chiaramente se i cittadini s’inventano discariche di fortuna e non modificano i comportamenti, oltre a deturpare il decoro ambientale, i costi del servizio aumenteranno.

Il sindaco, in un’intervista televisiva, ha minacciato l’uso di telecamere per scovare i trasgressori. Riteniamo che l’approccio debba essere un tantino diverso, perché non possiamo ficcare telecamere in ogni dove.

Partiamo dall’assunto che la maggior parte della popolazione si è determinata a differenziare i rifiuti correttamente. Una minoranza pensa di fare quel che vuole, di comportarsi male. A questa minoranza bisogna fare arrivare un forte messaggio: deve soltanto capire che non si può fare, non si possono abbandonare in giro i rifiuti.

L’amministrazione deve promuovere continue operazioni  – del resto previste nel capitolato d’appalto – di sensibilizzazione, di educazione civica, per ottimizzare la riuscita del servizio, per il rispetto del decoro urbano, per l’ambiente. Invece, gli amministratori sono fermi a novembre, quando proposero una conferenza per spiegare alla popolazione dell’inizio della raccolta differenziata.

In realtà, manca un forte coinvolgimento della popolazione per far funzionare perfettamente tutto il meccanismo. Il popolo ha bisogno di essere non tanto educato, ma coinvolto, partecipe, motivato ai processi d’interesse collettivo. Diversamente, la raccolta differenziata risulterà essere soltanto un continuo problema di degrado urbano e da gestire con maggiori risorse economiche.

Capitale e lavoro

L’Akros fino alla data del 15 settembre 2014 ha gestito il servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti del Comune di Cotronei. Da quella data la gestione è passata alla Reteservizi srl e alla subappaltatrice Serravalle srl.

La nuova gestione, sin dell’avvio del servizio, ha onorato l’impegno-obbligo di assorbire il personale che lavorava con Akros, per la salvaguardia dei livelli occupazionali in essere. In realtà, l’impresa ha inserito altri lavoratori per gestire al meglio il servizio.

Il Comune di Cotronei ha previsto, per tutta la durata dell’appalto, un premio di produzione. Ovvero, con una percentuale crescente di rifiuti differenziati si riduce progressivamente il costo del conferimento in discarica e, di converso, la ditta appaltatrice potrà ricevere un premio in percentuale crescente e corrisposto alla fine di ogni anno. In poche parole, si premia il gestore del servizio per il minore conferimento in discarica dei rifiuti.

Per gli impianti ubicati entro un raggio di 60 chilometri, il gestore effettuerà il trasporto per qualsiasi tipologia di rifiuto, senza oneri aggiuntivi per il comune che ha considerato di conferire i rifiuti sempre a Crotone. Quando capiterà di conferire altrove, tipo Pianopoli, saranno riconosciuti al gestore i maggiori oneri relativi al trasporto.

Il Comune di Cotronei ha fornito all’impresa, in comodato gratuito, le due isole ecologiche, da adibire a centro di raccolta, per il posizionamento di cassoni scarrabili e altri contenitori idonei alla raccolta delle varie frazioni di rifiuto differenziato, rifiuti ingombranti, inerti e pericolosi. Le isole ecologiche sono quelle di Trepidò e in località Sigliati e saranno parte integrante del ciclo di raccolta.

Di tutta la differenziata raccolta nelle isole ecologiche il Comune di Cotronei non pretenderà nulla, ovvero di tutto il materiale venduto alla Conai o ad altri consorzi il comune non prenderà un centesimo.

Dunque, estendendo il ragionamento, la popolazione non prenderà un centesimo dalla differenziata come, allo stesso modo, non è prevista alcuna provvidenza per la popolazione dal minore conferimento in discarica. Non è stata realizzata una revisione del tributo in funzione a quanto un cittadino differenzia.

Sorge un dubbio. Per quale motivo i cittadini di Cotronei dovrebbero fare la differenziata in casa, attenti a non sbagliare e smaltendo i rifiuti nei giorni stabiliti? Cosa ci guadagnano i cittadini?

La condizione necessaria per fare funzionare al meglio la raccolta differenziata è quella di far risparmiare soldi alla popolazione. Dappertutto, più si differenzia, più si risparmia. Obiettivo per tante amministrazioni comunali è il raggiungimento del 100% di differenziata con l’azzeramento della tassa dei rifiuti. Ancora a Cotronei non si conosce quando e quanto potrà risparmiare la popolazione in bolletta nel differenziare i rifiuti. Questi ultimi, rispetto ai costi complessivi del servizio sono piccoli numeri ma significativi, perché riguardano la collettività.

A fiuto non c’è trippa per gatti, nel senso che i costi ripartiti nel servizio per i prossimi cinque anni si reggono sulle previsioni di entrata del tributo.

In ogni caso l’appalto è strutturato per rendere funzionale il lavoro dell’impresa che si occupa del servizio. Del resto in linea con esempi e riferimenti sul territorio nazionale e dove, in ogni caso, l’esternalizzazione dei servizi non porta risparmi, né per l’ente, né per il cittadino. A Cotronei si è ritenuto procedere in questa direzione.

Eppure esistevano molti esempi e riferimenti dove potersi fare un’idea, per una gestione con un’azienda speciale di diritto pubblico. Dal comune toscano di Capannori a Saracena, il comune calabrese sul Pollino, la raccolta differenziata spinta comporta benefici sostanziali per le popolazioni, percepibili nel perfetto decoro urbano, nei risparmi significativi sulle tasse e nella possibilità di reinvestire gli utili nel servizio.

Chissà fra cinque anni, forti di un’esperienza acquisita, di una piena integrazione nei processi del personale impiegato e con una diversa consapevolezza politica delle possibilità esistenti, forse potremmo portare nel pieno controllo comunale il servizio dei rifiuti solidi urbani e, con esso, un pezzo di economia da gestire in proprio, soltanto nell’interesse dell’intera collettività.

Pino Fabiano

Tratto da: «Cotroneinforma», a. XXI, n. 123, novembre 2014-marzo 2015.

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