Quanto guadagneranno Miga, Calabra Maceri ed Ecocall. Intanto la Regione, per riprogettare il sistema, spenderà 235 milioni di euro
Per almeno tre anni, fino al 31 dicembre 2018, non si potrà fare a meno di discariche e impianti privati di trattamento dei rifiuti. Questo «nelle more della realizzazione della nuova impiantistica pubblica». La transizione dall’emergenza (la Calabria ha abbandonato il commissariamento nel 2013) alla “normalità”, dunque, potrebbe durare in tutto cinque anni e coprire due giunte regionali (quella guidata da Scopelliti, che lo ha inaugurato senza interventi significativi, e l’esecutivo presieduto da Oliverio). Il progetto di legge della giunta regionale è stato approvato il 21 ottobre scorso e sposta in avanti i tempi della “rivoluzione” promessa da Mario Oliverio. Formalmente, la fine della transizione è fissata al 31 dicembre 2017, ma la relazione del direttore generale del dipartimento Ambiente Domenico Pallaria spiega che è solo una questione di copertura finanziaria: una volta trovati i soldi, si potrà «prorogare ulteriormente tale termine fino al 31 dicembre 2018».
IL CONTESTO Ogni anno, la Calabria – se si fa riferimento ai soli impianti di trattamento meccanico-biologico – non sa come gestire circa 300mila tonnellate di rifiuti. E non riesce neppure a smaltire la (scarsa) raccolta differenziata: la richiesta di trattamento è di 60mila tonnellate all’anno, la disponibilità di sole 29mila (suddivisa tra Rossano, Crotone, Siderno e Lamezia Terme). Neanche le discariche pubbliche riescono ad “aiutare” il ciclo gestionale. Intervengono, così, gli impianti «privati dichiarati di interesse pubblico». Completano un sistema che non esiste e ne «arginano il collasso». Ma soltanto nel periodo invernale, perché in estate bisogna inventarsi altre soluzioni (nel 2015 è stata la volta del trasporto in Campania e Toscana).
QUANTO GUADAGNANO I PRIVATI Ovviamente, l’apporto dei privati non è gratuito. A tutti, nella nuova fase di passaggio, «verrà riconosciuto il corrispettivo di gestione» già stimato in una relazione istruttoria che risale al 2014. Oltretutto, spiega il dg Pallaria, l’importo «è stato recentemente aumentato sino a 121,55 euro». Quanto guadagneranno i privati nei prossimi anni? Vediamolo nel dettaglio. Alla Miga, azienda del gruppo Vrenna che gestisce la discarica di Celico, andranno 1 milione 455mila euro per i mesi tra ottobre e dicembre 2015 e 5,8 milioni all’anno per il 2016 e il 2017. A Calabra Maceri, invece, andranno 2,2 milioni nell’ultimo scorcio del 2015 e 8,9 milioni all’anno per i due anni successivi. Più piccola la fetta di Ecocall (301mila euro nel 2015, 1,2 milioni nel 2016 e altrettanti nel 2017). In totale quasi 36 milioni di euro. Senza calcolare la probabile (nelle previsioni di Pallaria) proroga fino a tutto il 2018, che porterebbe nelle casse delle aziende dei rifiuti altri 16 milioni complessivi. Residua una questione: la Regione ha stoppato i conferimenti a Celico dallo scorso settembre: come si concilia questa scelta con la previsione di pagamenti così cospicui alla società che gestisce l’impianto?
QUANTI SOLDI SERVONO Il ragionamento del direttore generale costruisce lo scenario e determina le scelte. La Calabria vive «ai limiti dell’emergenza igienico-sanitaria e ambientale». Le possibili soluzioni sono state individuate, ma servono tempo e soldi per riprogettare gli impianti di Catanzaro Alli, Sambatello e Rossano, per realizzare una nuova struttura in provincia di Cosenza (esiste una progettazione preliminare sul sito di Bisignano), per rimettere in sesto gli impianti di Crotone e Siderno. E, infine, per mettere mano al termovalorizzatore di Gioia Tauro. «L’investimento complessivo per l’ammodernamento e completamento dell’impiantistica pubblica – scrive Pallaria – ammonta a circa 235 milioni di euro» (100 dei quali arriveranno dal Por Calabria). Si ragiona sempre su cifre enormi quando si ha a che fare con i rifiuti.
Tratto da: corrieredellacalabria.it