Mirabilia ac gaudium magnum

 

Visione, filosofia, stile, attività, laboratori e progetti passati e futuri dell’associazione Il Barattolo Ecotronei

 

 

Nelle “folli” conversazioni con gli elfi della montagna e le fate dei boschi non impariamo solo note di colore, ma riceviamo spunti di riflessione per la quotidianità, per quella stessa quotidianità ormai affranta dall’azione stessa dell’uomo che è diventato causa ed effetto del suo stesso malessere in un circolo vizioso e cieco.

Allora ci sentiamo di fare una domanda, di dare uno spunto, di aprire una breccia: cos’è l’impegno dell’uomo sulla terra? Un dovere? Un progetto? Un diritto? Persino, un ossimoro? O, a volte, un’omissione? Non sappiamo cosa risponderà ognuno di voi, ma la voce del bosco risponde sempre allo stesso modo: “L’impegno dell’uomo sulla terra è passione!”

Come dare torto a questa voce la cui eco non si disperde concentricamente nell’aria, ma entra vorticosamente nelle budella. Passione… una parola cruciale per la vita, per ogni progetto, per ogni vita, per nuovi inizi, per ogni inizio… Passione, non entità astratta, ma pratica di vita! A questa trasformazione dobbiamo ambire per riconoscere che, per smuovere certi sistemi radicati c’è bisogno di un forte moto, di un impeto, di un radicale cambiamento che avviene in primis dentro di noi, dentro ognuno di noi. Così diventa reale, tangibile e quindi poi è conseguenziale, non è l’onda del mondo o l’attimo modaiolo.

D’altronde la terra, il nostro pianeta, la natura, l’ambiente han bisogno non di vezzi o di fronzoli, ma di uomini che abbiano la capacità di distinguersi dalla massa per “immischiarsi”, “immergersi”, diventare un tutt’uno con la natura, praticare quella passione di cui sopra. Solo allora, solo in quel preciso istante le azioni verranno da sé e daranno buoni risultati perché concepite in maniera propositiva.

L’impegno dell’uomo sulla terra… ritorna il pensiero e si riapre la breccia! È come la storia del piccolo colibrì che porta nel suo beccuccio un po’ d’acqua per spegnere l’incendio e non è cosa vana come tutti siamo portati a pensare, solo perché è piccolo… Se pensiamo che l’uomo sulla terra, seppure se ne senta l’indiscusso padrone è in assoluta minoranza anche solo rispetto alla comunità degli alberi, se pensiamo alla “piccolezza” dell’uomo, dovremmo immaginare la facilità da parte della natura di disintegrare certi “abusi”. E se pensiamo di contraltare alla grandezza dell’universo, il nostro pensiero corre ad uno di Pascal secondo cui l’“equilibrio” tra la grandezza dell’universo e la piccolezza dell’uomo si racchiude nella consapevolezza: l’uomo sa di essere morituro, conosce il suo finito, l’universo invece non conosce questa realtà, la ignora totalmente e quindi non si può ergere!!! Ma da ciò viene fuori uno spunto positivo: la natura nella sua grandezza non si vendica dell’uomo (stolto!), ma gli si offre come esempio mostrandogli come da piccolo deve diventare forte, deve crescere, proprio come un bambino. Deve diventare grande.

In questo processo di crescita è la grandezza dell’uomo dove essere grandi non significa essere superiori rispetto ad un altro termine di paragone, ma credere che la grandezza di tutte le parti risiede nel giusto ed armonico equilibrio che nessuno deve mettere in crisi.

La storia di questi ultimi secoli parla di uno strano disegno cui l’uomo si è appassionato nel colorare con tinte fosche e scure. Non c’è bisogno in questa sede di raccontare le vicissitudini che riguardano l’uomo ed il suo cattivo rapporto con la natura in virtù di logiche di profitto irragionevoli e cieche.

Infatti noi vi vogliamo parlare di altro, di uno stratagemma, di un escamotage, di un modo per virare. Vi vogliamo raccontare del nostro gesto da colibrì!

Il gesto del colibrì corrisponde all’impegno dell’uomo.

E l’uomo diventa grande se si rimpicciolisce e si avvicina ai bambini.

Perché l’impegno significa anche divulgare e far conoscere: noi lo abbiamo fatto (e continuiamo a farlo!), nella scuola, con i bambini delle scuole e con le loro insegnanti. Con entrambi abbiamo parlato il linguaggio del bosco ed i piccoli, in particolare, hanno compreso come entrare nel bosco, con il giusto rispetto ed il giusto approccio non sia solo una passeggiata. Hanno capito che entrare nel bosco è far visita ad un amico, ad un complice, al simile. E del bosco hanno saputo cogliere ogni sfaccettatura lasciandosi accarezzare i sensi da ogni manifestazione ed in aula hanno riportato l’insegnamento che la natura è fonte di ispirazione e di imitazione perché è generosa e gli alberi sono generatori di vita. Consapevoli di questo nuovo rapporto, hanno portato a casa il frutto dei loro lavori ed il significato pieno che non si può vivere lontano dalla natura, ma che le si deve diventare amici per dare un senso alla nostra vita.

L’impegno dell’uomo si traduce inoltre nella riconoscenza verso la natura che va abbracciata per restituirle un minimo di quello che essa spassionatamente ci regala: noi lo abbiamo fatto con le sessioni di forest therapy con l’A.I.Me.F. (Associazione Italiana di Medicina Forestale), grazie alla cui attività abbiamo riscoperto che l’uomo in quanto “animale forestale” tende alla natura anche senza saperlo: la parte antica del nostro cervello riconosce il luogo dove si è evoluta e si sente subito a casa; inoltre, i terpeni diffusi dalle piante contribuiscono alla nostro equilibrio psicofisico.

Anche quest’anno l’estate è stata una stagione piena di amici che si sono uniti alle escursioni con la bella sorpresa che si comincia a capire come la nostra montagna sia una ricchezza, uno scrigno di biodiversità con cui interagire per fare in modo che la vacanza diventi esperienza del luogo, delle sue tradizioni e del suo trascorso, perché essere vicini alla natura significa essere parte di un luogo, appartenervi anche se solo per pochi giorni, significa desiderare di farne parte e sperare di ritornarci. D’altro canto, questa è l’idea vincente di un turismo d’esperienza.

E poi “ci tocca” andare alla ricerca di bellezza e alla scoperta di meraviglie: imparare che gli alberi hanno un loro carattere, che i licheni sono stilisti eccezionali, che i fiori sono socievoli e vivono in comunità, che gli animali ci osservano di nascosto… Tutto questo è parte dell’incanto!

E l’impegno diventa anche “istituzionale” e vede Giovanni Vizza la scorsa primavera diventare il presidente dell’Associazione delle guide Ufficiali del Parco Nazionale della Sila. Un ruolo importante per promuovere le attività inerenti alla montagna con uno sguardo sempre attento alla sua corretta fruizione nonché alla tutela della immensa biodiversità presente nel nostro altipiano silano.

Un altro impegno/appuntamento, preso in primis con noi stessi è la trasformazione del locale della nostra associazione in una sede aperta: l’idea di fondo è che possa esserci a Cotronei un luogo di incontro in cui realizzare laboratori di riciclo creativo, in primis per le scuole, divulgare la sensibilità per la nostra montagna e i suoi magnifici boschi, partecipare a sessioni di presentazioni di convegni, libri, discussioni tematiche… Insomma, un luogo dove soci e non soci possano trovare uno spazio per incontrarsi ed essere propositivi.

Solo in questo modo, infatti, saremo tutti capaci di trovare delle affinità. Le affinità portano condivisione. La condivisione, bellezza e quest’ultima ricerca di altra ed infinita bellezza. Perché le cose belle salvano noi e ci aiutano a salvare gli altri!

 

 

Maria Assunta Albi (Il Barattolo Ecotronei)

 

Stralcio di questo articolo su Cotroneinforma n. 143/2021

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