LE DOLCI MEMORIE DELLE NOSTRE ORIGINI

Il passato di una comunità, le centrali idroelettriche, il tempo presente

 

Mi chiamo Francesco Locanto, sono nato a Cotronei (KR) il 14 ottobre 1939, sono pensionato Enel e vivo a Portici (NA).
Come molti giovani di Cotronei (vedi: Antonio Talarico, Luigi Pascuzzi i defunti Giacomo Cavarretta, Giuseppe Borza, ed altri), nel 1960 sono stato assunto dalla nostra amata e nostalgica S.M.E. (Società Meridionale di Elettricità), con posto di lavoro presso la stazione elettrica di Bari Sud, successivamente trasferito a Napoli (impianto termoelettrico di Vigliena), poi alla stazione elettrica di Frattamaggiore ed infine al Servizio Misure e Prove, presso la stazione elettrica di Poggioreale (NA) dopo il conseguimento, nel 1970, del diploma di Perito Industriale con specializzazione “Elettrotecnica” presso l’istituto tecnico “E. Fermi” di Napoli, assieme agli amici e fraterni compaesani Nicola Aceto e Rosario Bagalà.
Tanto premesso, sono un sostenitore del Periodico di Informazione e Cultura Cotroneiforma, il quale mi dà la possibilità, con i suoi articoli (storici, culturali, cronaca ed avvenimenti), di mantenere un legame sentimentale, mai venuto meno, con le mie origini ed i miei ricordi del periodo spensierato della fanciullezza trascorso a Cotronei.
La ricezione del Periodico mi procura un’emozione ed una sensazione di profonda gioia e, senza pensare ad altro, incomincio a sfogliarlo e a leggere, con avidità, tutti gli articoli contenuti in esso. Tra gli scritti che ho molto apprezzato, ci sono quelli a puntate di Bruno Amoroso, “Percorsi della Memoria” (Momenti della storia di Cotronei), “Senza Patria” (Mille Papaveri Rossi), scritto che mi ha emozionato e toccato il cuore, per tutti i soldati italiani, in particolare per i giovani di Cotronei Giuseppe Capilluto, Giuseppe Clausi e Santo Colao, morti sui fronti di guerra e sepolti ancora, in lontani cimiteri militari.
L’articolo di cui sopra, mi ha fatto ritornare alla memoria un avvenimento degno di essere ricordato, e cioè il rimpatrio su una vecchia bicicletta del soldato Rosario Papaleo, stremato e logoro, superstite del conflitto di guerra nazista, che tutto il vicinato volle salutare ed abbracciare (penso che fosse l’anno 1946/1947).
Ancora interessanti le foto di Bruno Amoroso che ritrae il centro storico di Cotronei e la via Gria, da me tante volte percorsa da fanciullo per far visita alla nonna Filomena, donna molto bella, sempre attiva, che talvolta trovavo seduta all’antico telaio in legno di ulivo (forse dell’Ottocento), ereditato da sua madre, che l’aveva ereditato a sua volta, concentrata nella tessitura e con la navetta di cotone fatta scivolare da destra a sinistra con destrezza amorevole. Altre volte la trovavo affaccendata con i pugni nella maida (maidda), ad impastare la farina intrisa d’acqua e di lievito fino alla consistenza voluta, per la preparazione del pane necessario al fabbisogno familiare.
Nel periodo di Avvento (preparazione alla solennità del Natale) era d’obbligo occuparsi della selezione degli ingredienti (noci, uva passa, mandorle, ecc.) propri della nostra tradizione gastronomica, necessari per la preparazione della gustosa ed ottima pitta cu passule, alla cui squisitezza ancora oggi, a Natale, non rinuncio.
Un altro motivo della mia frequente percorrenza della storica via Gria era la mèta della casa del maestro Antonio Minardi, amico e compagno fraterno, con il quale, nel periodo prenatalizio, si collaborava alla ricostruzione del Presèpe. Si partiva alla ricerca, nelle vicine campagne, del muschio sui tronchi degli alberi e delle zolle di erba, necessarie alla preparazione del prato, su cui si rappresentava la scena degli armenti, il gregge di pecore al pascolo, il cane ed il pastore con il bastone.
Tutto avveniva sotto la regia di don Luigi (papà di Antonio) e mi risulta che questa tradizione non si sia mai interrotta e continui nel tempo (grazie Totò).
Nella storica via Gria erano concentrate piccole industrie olearie, come l’antico frantoio artigianale (u trappìtu) dei Bevilacqua, in cui la frangitura delle ulive avveniva con ruote di pietra scalpellate e fatte girare grazie al traino di un asino o di un mulo, bendati, attaccati ad una stanga di legno, a mezzo dei finimenti che imbrigliavano l’animale.
Ancora, l’antico palmento dove veniva portata l’uva, appena vendemmiata, per la macina e la successiva pigiatura nel torchio. Alla vendemmia partecipava tutta la famiglia con parenti e amici ed era una felice e gioiosa occasione per condividere la grazia del “Signore” del buon raccolto.
All’ora di pranzo, attorno ad un fuoco sfavillante, si arrostiva salciccia e si consumava allegramente, con l’ottimo vino vecchio, tutto ciò che ognuno aveva amorevolmente preparato.
Tanti altri ricordi (File) indelebili ritornano alla mia memoria, come quando, assieme ad amici coetanei giocavamo spensierati sulla costruenda galleria nel Vallone delle Pere (oggi via Vallone delle Pere) e/o quando, incoscienti dei pericoli, nelle giornate calde ed afose d’estate, per fare un bagno, ci recavamo nei torrenti che scorrevano nelle vallate (Timpe) periferiche del paese.
Quanto sopra scritto fa riferimento ad un articolo pubblicato su Cotroneinforma n. 67, nel lontano 2002, “Con poche (e buone) idee e la consapevolezza di un impegno civile”, in cui si invitavano gli anziani a partecipare alla composizione del giornale, con piccoli articoli, tali da
fare un lavoro di ricostruzione storica del nostro territorio.
A tale proposito, scrive l’inarrivabile romanziere russo Lev Tolstoj: “Il progresso morale dell’umanità lo si deve ai vecchi. I vecchi diventano migliori e più saggi, trasmettono la loro esperienza alle nuove generazioni. Senza di loro l’umanità rimarrebbe stazionaria”.

Lasciamo i ricordi del passato e parliamo di quelli relativamente più recenti.
Per la mia attività professionale in Enel, più volte negli anni ’70-’80, sono ritornato con nostalgia sul territorio, assieme ad altri colleghi, per effettuare le prove di attivazione e messa in servizio dei gruppi alternatori delle ricostruite e potenziate centrali idroelettriche di Orichella, Timpagrande e Calusia. In particolar modo, partecipai ai lavori per la rimessa in servizio del Gruppo generatore ad asse orizzontale n.4 della vecchia e storica centrale di Timpagrande, dopo che tutta la sala macchine, ad eccezione del gruppo Pelton ad asse verticale da 75 MW, era stata inondata ed invasa completamente dai detriti portati a valle dal torrente Archivati nell’alluvione del dicembre 1973. In quell’occasione, dal banco di comando a leggio posto nella sala comando, fu prelevata e successivamente consegnata all’Archivio Storico dell’Enel di Napoli, la targa ricordo, in ottone, con la data della visita storica del Re Vittorio Emanuele III di Savoia, in occasione dell’inaugurazione della centrale idroelettrica Timpagrande il 31 luglio del 1927.
Da quel momento è stato un pensiero costante e mai venuto meno, il poter riportare con orgoglio tale epigrafe nel nostro Comune di Cotronei, in virtù del suo valore di testimonianza storica, anche in considerazione del nascente progetto dell’ “Ecomuseo dell’idroelettrico Silano”.
Per tale scopo, mi sono attivato assiduamente e ho preso contatto col Dirigente responsabile dell’Archivio Storico dell’Enel di Napoli, dott. Paolo Luce, il quale mi ha informato che al momento non è possibile procedere con la consegna di tale epigrafe a causa del trasferimento in corso d’opera dell’intero Archivio Storico, dalla sede di San Giovanni a Teduccio – via Ponte dei Granili 24 – alla nuova sede presso la Mostra d’Oltremare di Napoli (padiglione America Latina 7-9).
Assieme alla riconsegna della targa (spero presto), da parte mia vorrei far dono al nascente “Ecomuseo” di alcuni strumenti di misura portatili come: Voltometro e Amperometro magnetoelettrico, di forma quadrata, in custodia di legno; Voltometro come sopra, di forma rotonda da quadro della Società C.G.S. Monza; un “megaohmmetro” con generatore a manovella per la misura delle resistenze di isolamento; brochure delle vecchie centrali dell’asta Silana Orichella, Timpagrande e Calusia e delle nuove, ricostruite e potenziate, che riportano le caratteristiche elettriche e meccaniche dei macchinari installati, le capacità in mc di acqua degli invasi, i laghi Arvo, Savuto e Ampollino, nonché corografia e foto a colori degli stessi impianti.
Mi auguro che questa mia iniziativa, di semplice e momentanea collaborazione alla stesura del periodico, possa sollecitare ed invogliare tanti altri lettori conterranei, dislocati in diverse località, affinché Cotroneiforma possa superare le difficoltà che si presentano, continuare la sua pubblicazione e farci pervenire, nelle nostre case lontane, notizie e avvenimenti, allo scopo di mantenere quel legame di care e dolci memorie delle nostre origini.
Infine, da queste pagine vorrei ringraziare e pregare “Nostro Signore”, affinché conceda L’Eterno Riposo al professore Raffaele Serafino Caligiuri, per l’impegno profuso alla elaborazione del libro “Storia fotografica di Cotronei” nel quale ricorda a noi tutti la progressiva evoluzione del nostro territorio, con foto d’epoca veramente interessanti.

Portici (NA), 10 Marzo 2021

Francesco Locanto

 

Tratto da Cotroneinforma n. 142

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