LA REALTÀ BEN LONTANA DALLE PAROLE

L’INTERESSE ALLA TERRA, ALLA SUA DIFESA E VALORIZZAZIONE 

Nel mese di maggio scorso, il Comune di Cotronei ha diramato un comunicato stampa, a cura di Lenin Montesanto – Comunicazione & Lobbying, riguardante l’approvazione del catasto dei soprassuoli percorsi dal fuoco per gli anni dal 2011 al 2017. Nel comunicato stampa il sindaco Nicola Belcastro ha espresso soddisfazione per l’approvazione del provvedimento, e che “il comune potrà prendere le misure idonee per tentare di circoscrivere il fenomeno che in estate rappresenta una minaccia tanto per la pubblica incolumità che per il patrimonio naturalistico. Salvaguardare il patrimonio naturale e paesaggistico, scongiurando e prevenendo il fenomeno degli incendi boschivi continua ad essere priorità dell’esecutivo costantemente impegnato a valorizzare, promuovere e tutelare l’ambiente, autentica risorsa economica per il territorio”.Parola di sindaco.
Sostanzialmente si tratta di recepire una legge dello stato in materia di incendi boschivi e che definisce divieti, prescrizioni e sanzioni sulle zone boschive e sui pascoli i cui soprassuoli siano stati percorsi dal fuoco, prevedendo la possibilità da parte dei comuni di apporre, a seconda dei casi, vincoli di diversa natura sulle zone interessate. Questo nei terreni già percorsi dal fuoco.
Non si comprende, invece, come si prendono le misure idonee per tentare di circoscrivere il fenomeno che in estate rappresenta una minaccia tanto per la pubblica incolumità, quanto per il patrimonio naturalistico. Non pare di conoscere alcuna politica e/o intervento di prevenzione agli incendi. Il territorio è letteralmente abbandonato al suo destino. Ad eccezione dei terreni coltivati o residenziali, tutto il resto è un potenziale pericolo per la pubblica incolumità. Sono anni che non si fanno fasce tagliafuoco a cura dei lavoratori preposti, i cosiddetti forestali ormai sempre di meno, e quelli rimasti ce li siamo giocati nella manutenzione – di tanto in tanto – del verde pubblico. Del resto Calabria Verde, ancora prima AFoR, appare come un dinosauro prossimo all’estinzione per responsabilità storiche e del nostro tempo, quelle della politica regionale, incapace di creare un’azienda seria per la salvaguardia del patrimonio naturalistico e per frenare il dissesto idrogeologico. Altra storia.
Non potendo contare che sulle proprie forze, il comune di Cotronei nell’espressione del suo primo cittadino e della sua amministrazione comunale, non può permettersi disattenzioni in materia. Si scrive nel comunicato stampa che l’esecutivo è costantemente impegnato a valorizzare, promuovere e tutelare l’ambiente, autentica risorsa economica per il territorio. Belle parole ma dell’impegno si vede ben poco. Eppure non ci si deve inventare alcunché, basta soltanto un minimo di attenzione e il recepimento delle leggi regionali esistenti, e che impongono ai proprietari di terreni incolti o con colture arboree di ripulire i fondi dall’erba lungo tutto il perimetro per una larghezza di almeno 15 metri; per i terreni pascolivi la larghezza minima è di 5 metri. Inoltre, i proprietari di boschi devono realizzare fasce tagliafuoco di protezione al loro interno o ripulire quelle esistenti. Perché il comune di Cotronei non produce tali ordinanze?
Ancor di più, una questione imbarazzante è legata ai terreni ex usi civici e alienati dal comune. L’istruttoria demaniale di Luigi Oliveti, quella del 1999 per l’accertamento, la verifica e la sistemazione del demanio civico comunale di Cotronei, andava in ben altra direzione, per restituire alla collettività quei beni residuati di natura ancora silvo-pastorale per assicurare a tutti un vivere migliore, in salute e in benessere. Per non prenderla troppa larga, quell’istruttoria che determinò la sdemanializzazione dei terreni aveva un approccio etico, se così possiamo definirlo. E questo giornale quella vicenda l’ha seguita fin dentro gli interstizi e pubblicando una dozzina di articoli e un numero specifico dei Quaderni. [in: http://cotroneinforma.org wp-content/uploads/2015/03/Quaderno2.pdf] Adesso, tanti di quei terreni sdemanializzati, alienati dal comune a prezzo diciamo politico, sono tenuti nel completo abbandono, invasi dall’erba e dai rovi, in caso di incendio rappresentano un serio pericolo per l’incolumità pubblica e per il patrimonio naturalistico. Non era questo lo spirito e le condizioni di partenza per l’affrancamento dei terreni ad uso civico. Se così dev’essere, l’amministrazione possiede l’autorità per riportare i terreni nella proprietà comunale e alienarli magari a cittadini interessati alla terra, alla sua difesa e valorizzazione.

Giap

Tratto da: http://cotroneinforma.org/wp-content/uploads/2018/11/136.pdf

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