Lo scorso 16 aprile, nella Sala delle conferenze di Cotronei, l’Associazione culturale Steven Tyler ha indetto una pubblica conferenza al fine di fare chiarezza riguardo al sito che dovrà ospitare la galleria museale “Borgo della musica rock Steven Tyler “.
Moderati da Nerina Ierardi, l’avvocato Nino Grassi e Luigi Nisticò dell’Associazione Tyler hanno ripercorso – con la proiezione anche della specifica documentazione – le diverse fasi riguardanti la realizzazione del museo Tyler.
Dalle argomentazioni addotte, l’associazione non consente alcun spostamento del museo in un luogo diverso da quello finanziato dalla Regione Calabria, ovvero il palazzo Bevilacqua nel cento storico Gria, con tanto di diffida dello stesso Steven Victor Tyler.
Tra le diverse persone che hanno seguito la conferenza, anche il sindaco e qualche assessore. E tra gli interventi del pubblico, anche quello del sindaco Ammirati che ha chiesto la parola.
Un plauso al primo cittadino, che ha voluto seguire la conferenza nel pubblico e prendere la parola per portare elementi di comprensione sull’intera vicenda. Un metodo, questo, non riscontrabile nel passato con altri amministratori, e sintetizza – se vogliamo – una prassi funzionale nei processi di comunicazione necessari per rendere edotto un popolo.
Con il numero 145 del giornale ritorneremo sull’argomento per fare il punto della situazione, sperando magari in una risoluzione della vertenza venutasi a creare (per altri riferimenti si rimanda al link: http://cotroneinforma.org/una-citta-del-rock-nel-paese-dei-balocchi).
In questo momento si ritiene opportuno inserire qualche veloce riflessione.
Dalle argomentazioni addotte da Nino Grassi, Luigi Nisticò e Antonio Ammirati si è percepita una mancanza di comunicazione tra le parti, e dove le determinazioni e i progetti avviati dalla precedente amministrazione (stravolgendo un’impostazione iniziale e il progetto finanziato) hanno trovato l’approvazione nell’attuale amministrazione, forse con fin troppa leggerezza e approssimazione.
Dalla conferenza si è percepito – sostanzialmente – che l’associazione Tyler e l’amministrazione si sono interfacciate poco, hanno perso tempo, inasprendo i rapporti e sprigionando, ognuno dalla propria posizione, muscoli e orgoglio, arrivando a far partorire dalla montagna il solito topolino e restituendo all’opinione pubblica nazionale (del caso si è occupata tutta la stampa italiana e non solo) l’immagine di una comunità mediocre che si perde in un bicchiere d’acqua.
Il sindaco nella sua articolata dissertazione sui fatti ha evidenziato la volontà e la disponibilità di intraprendere tutte le azioni necessarie per recuperare i rapporti con l’associazione Tyler e perseguire le strade necessarie per realizzare il progetto con il relativo finanziamento, anche riportando la sede nell’edificio originario, ovvero nel palazzo Bevilacqua.
Dunque, acquisiti finalmente i chiarimenti, le parti dovrebbero procedere speditamente nella giusta direzione, iniziando dall’incontro programmato il 20 aprile in Regione Calabria dove sarebbe auspicabile approdare con una visione univoca e una consapevolezza sui percorsi da intraprendere.
La popolazione si attende un atto di responsabilità civile e istituzionale in direzione del raggiungimento degli obiettivi, ovvero la realizzazione di questo museo senza mandare alle ortiche un finanziamento di un milione e trecento mila euro, per restituire dignità al centro storico, alla comunità un frammento importante di futura economia e una nuova identità per i tempi a venire, diciamo un’identità rock, chissà necessaria a scuotere coscienze un tantino sonnolente.
p.f.