L’ACQUA E LE SUE P. Popolare – Pervasivo – Pubblico

Premessa popolare

A chiunque sia, anche soltanto, un attento osservatore non sfuggirà che la testata si è sempre occupata ed ha continuato ad occuparsi del problema dell’acqua. Problema poiché, nel tempo, tanti sono stati i tentativi di posizionarla sul mercato globale, sottraendola alla propria natura di diritto inalienabile.

Leggi, leggine e leggiucchie hanno provato a indurre, abbindolare o costringere gli amministratori a sbarazzarsi della gestione di questo inutile fardello. Dal peso immenso visto che consente la vita stessa.

Se prendiamo in considerazione le ultime due decadi possiamo annoverare, senza dubbio, fra queste maliziose proposte legislative la Legge Galli del 1994, il cosiddetto “decreto Ronchi” del 2009 ed oggi «il combinato disposto delle norme contenute nello Sblocca Italia e nella Legge di Stabilità».

Pensieri pervasivi

Think locally, fuck globally – Pensa localmente, fotti globalmente.

Come incipit mi permetto di riutilizzare una versione, presa in prestito ma travisata, dell’abusata espressione “pensare globalmente, agire localmente”. Intendiamoci non che non la condivida nell’autenticità del principio, ma sono solito pensare, così come fanno altri, che quando frasi di questo tipo diventano di uso perniciosamente comune, perdono tutto il loro potere di un tempo.

D’altronde sono altresì convinto che l’essere senziente sa sempre fare i conti con ciò che gli accade intorno, ciò che gli è contiguo, e contemporaneamente non dimentica mai il globo.

Proviamo a valutare l’effetto delle norme suddette, senza dettagliarne gli aspetti normativi, riferendole al nostro piccolo ma prezioso contesto territoriale.

• Per quanto riguarda la Legge Galli essa ha fatto si che nella provincia di Crotone, anche se a più di dieci anni di distanza dall’approvazione, si costituisse una società in house (!), la SoAKro S.p.A., quel coacervo correctly political che non esito a definire: uno dei due mali partecipati della nostra provincia.

Il 1° gennaio del 2008 la SoAKro, a seguito della pregressa convenzione stipulata con l’Ambito Territoriale Ottimale Calabria 3 Crotone, è diventata il gestore unico del servizio idrico integrato con concessione ventennale. L’affidamento prevedeva e prevede «la concessione gratuita delle infrastrutture idriche degli enti locali al gestore del servizio idrico integrato, il quale ne assume i relativi oneri» e «il trasferimento al gestore unico… delle immobilizzazioni, delle attività e passività relative al servizio idrico integrato, ivi compresi gli oneri connessi all’ammortamento dei mutui oppure i mutui stessi».

Tasti dolenti. I mutui, al 2015, pesano per 50 mila euro l’anno sulle casse comunali e non vengono rimborsati dal 2008, quindi sarebbero 400 mila euro di debiti che la società ha con noi cittadini.

Oltre ai mutui non vorremmo certo socializzare le perdite catastrofiche di SoAKro. A conti fatti forse i veri creditori siamo sempre noi, visto che non è dato sapere quali siano gli altri e cosa vantino.

Ricordate l’incipit. Era dedicato alle grandi imprese, magari transnazionali. Ciò che fa SoAKro, gestisce localmente, forse pensa anche globalmente, ma per fottere ancora meglio localmente.

• Il cosiddetto “decreto Ronchi” avrebbe sancito la totale e definitiva privatizzazione dell’acqua potabile e così, come immediata risposta a questo tentativo, nacque una vasta coalizione sociale che nel luglio 2010 ha presentato tre quesiti referendari (1.402.035 firmatari – 1 milione, 402 mila e 35), dei quali solo due dichiarati ammissibili dalla Corte Costituzionale per i referendum fissati al 12-13 giugno 2011.

Intanto a Cotronei erano fissate, per il 15-16 maggio, le elezioni amministrative per l’elezione del sindaco e del consiglio. Era un momento topico. Avevamo raccolto le firme per la mobilitazione referendaria (250 se non ricordo male) ed allora facemmo un passo ulteriore. Ardito forse.

Chiedemmo ai tre candidati a sindaco di firmare pubblicamente un documento con il quale si sarebbero impegnati a rescindere i contratti in essere con la SoAKro e l’Akros (l’altro male partecipato).

Due candidati a sindaco su tre firmarono. Alle elezioni fu un successo per le nostre idee, rileggendo i dati a distanza di tempo: 2500 cittadini elettori su 3600 votanti, quindi oltre i due terzi, avevano chiaramente espresso la propria determinazione su questi 2 punti elettorali.

Circa un mese più tardi, affluenza oltre il quorum al 52,7%, circa 2250 voti favorevoli all’abrogazione della legge in vigore e favorevoli ai quesiti. 2500 vs 2250, mi sembra molto simile! Decreto abbattuto.

Intanto i nostri fratelli del Coordinamento Calabrese Acqua Pubblica “Bruno Arcuri” si erano messi in azione, avevano approntato la stesura di una legge organica e complessiva sul riassetto del sistema idrico in Calabria.  L’8 luglio 2013 il coordinamento ha presentato al Consiglio regionale, la proposta di Legge Regionale di Iniziativa Popolare “Tutela, governo e gestione pubblica del ciclo integrato dell’acqua” corredata da 11 mila adesioni. Così come nel caso dei referendum fra quelle 11 mila ci sono circa 250 firmatari di Cotronei. Lo zoccolo duro resiste.

• Lo Sblocca Italia e la Legge di Stabilità vogliono rendere pienamente appetibili per le grandi aziende e le multiutilities l’acqua e gli altri servizi pubblici locali. Ancora una volta la volontà popolare viene ignorata. I referendum e le leggi di iniziativa popolare ridotti a carta straccia da non riciclare. Vediamo come. Lo Sblocca Italia mira dritto alla privatizzazione del servizio idrico integrato con il passaggio da “unitarietà della gestione” a “unicità della gestione”, con l’imposizione progressiva del gestore unico per ogni ambito territoriale (tra chi gestisce almeno il 25% della popolazione che insiste su quel territorio, cioè le fagocitanti grandi aziende e multiutilities) e con l’imposizione al gestore che subentra di corrispondere un valore di rimborso che rischia di rendere più onerosi e difficoltosi i processi di ripubblicizzazione. La Legge di Stabilità «da una parte limita l’affidamento “in house” (nella sua concezione comunitaria, quindi, sia ad S.p.A. a totale capitale pubblico che ad aziende speciali) rendendolo oneroso per le casse degli Enti Locali e dall’altra favorisce le privatizzazioni incentivando la cessione di quote e più in generale le operazioni di fusione». Ribelliamoci a tutto ciò.

Insistiamo per la costituzione di un’Azienda speciale di diritto pubblico prima che sia troppo tardi.

Proposte pubbliche

Formuliamo la proposta di costituire un comitato popolare per la difesa dei beni comuni che si riconosca nei principi di apartiticità, non violenza, pari opportunità di genere e eguaglianza dei diritti inviolabili delle persone. Pratica del comitato è la difesa dei beni comuni, tra i quali prioritariamente l’ambiente, la salute e l’istruzione. In tale contesto l’obiettivo immediato è la costituzione di un ente di diritto pubblico che gestisca per “nostro” conto il servizio idrico integrato.

Auspichiamo un dibattito aperto tra amministrazione, comitato e cittadinanza sulla proposta di costituzione di un’Azienda speciale di diritto pubblico.

Riproponiamo all’Amministrazione comunale, come già fatto in passato sulle pagine di «Cotroneinforma», n. 116 marzo/aprile 2013, l’adozione della delibera in sostegno della Legge Regionale di Iniziativa Popolare “Tutela, governo e gestione pubblica del ciclo integrato dell’acqua” da far approvare in Consiglio comunale.

Diffondiamo la campagna di obbedienza civile, che attraverso la decurtazione dalla bolletta dell’acqua della quota di “remunerazione del capitale investito”, abrogata dal 2° quesito referendario, punta ad applicare gli esiti referendari dal basso, laddove le istituzioni risultano inadempienti. In questi termini si paga il giusto, sottraendo la quota di profitto dalla propria bolletta così come sancito dalla volontà popolare.

Reclamiamo per la manifesta illegittimità delle tariffe della Sorical S.p.A., come esplicitamente evidente dalla lettura del Libro bianco sulla gestione degli acquedotti calabresi, agganciandola alla lotta di obbedienza civile cui sopra.

Le tariffe della Sorical sono illegittime per due ordini di motivi, così come sono illegittimi gli adeguamenti tariffari almeno fino al 31 dicembre 2008, ma andiamo con ordine.

La prima illegittimità riguarda il fatto che all’atto della stipula della convenzione tra Regione Calabria e Sorical (13 giugno 2013) sono state stabilite le tariffe base per l’anno 2001 di euro 0,15/mc (pari a lire 286,04/mc) per acque erogate a “gravità” e di euro 0,25/mc (pari a lire 468,75/mc) per acque erogate “per sollevamento e/o potabilizzate”. La prima forma di frode è matematica. 1 euro equivale a 1936,27 lire. Convertendo si ottiene 0,147727 euro per acque a gravità e 0,242089 euro per acque di sollevamento. Vi è un certo margine d’errore e arrotondando, ovviamente, per eccesso qualcuno ci guadagna.

La seconda illegittimità risiede nell’omissione, all’interno della convenzione del 13 giugno 2003, che la tariffazione era stata già stabilita con la Delibera di giunta del 25/11/2002 nella quale si dichiarava che la tariffa definitiva per l’anno 2001 corrispondeva a 0,1491 euro per acque a gravità e 0,2400 euro per acque di sollevamento.

In entrambi i casi il guadagno è sempre altrove, certo non nostro.

Nel caso degli adeguamenti tariffari, intanto la già citata convenzione stabiliva che le tariffe «sono da intendersi bloccate fino al 01.01.2006» cosa che non è accaduta, inoltre il CIPE con la determina n. 117 ha previsto adeguamenti tariffari oltre il 31 dicembre 2008, quindi ne risulta che gli adeguamenti fino a questa data sono anch’essi illegittimi.

Reclamiamo sul costo applicato per le tariffe della SoAKro S.p.A. Al comma 3 dell’art. 12 della convenzione dell’affidamento del servizio idrico integrato tra ATO 3 Calabria Crotone e SoAKro S.p.A. si dice che «la tariffa reale media per il primo anno è di €/mc 1,04». Dal 2008 ad oggi la tariffa applicata è passata a circa 1,20 €/mc, il che significa un aumento del 15,4% rispetto a quella iniziale e circa il doppio di quanto era prima della gestione SoAkro. Tutto ciò a fronte di infiniti e molteplici disservizi solo per noi tutti.

Per compiere quest’atto di reclamo civile dei propri diritti bisogna essere tanti. Ci vuole una massa.

Una mobilitazione di una massa critica che faccia fronte alle perenni e infauste vessazioni subite.

Non abbandonatevi. Non abbandonateci. Perché si scrive acqua, ma si legge democrazia.

Peppe Guarascio

Tratto da: «Cotroneinforma», a. XXI, n. 123, novembre 2014-marzo 2015.

 

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