Luca Garofalo è una vecchia conoscenza di questo giornale, in particolar modo per i suoi trascorsi da campione
di handbike. Non più. Ha dovuto mollare la sua passione Luca, quella di prendere la bici e buttare con la forza delle braccia tutta la rabbia sulla lingua d’asfalto. Già da diverso tempo Luca si movimenta con la carrozzina elettrica.
Colpa della malattia con la quale Luca combatte da anni, l’Atassia di Friedreich, una malattia degenerativa progressiva
del sistema nervoso: la degenerazione del midollo spinale e del cervelletto provoca atassia, cioè mancanza di coordinazione dei movimenti.
Luca non si dà per vinto, continua la sua vita con ammirevole coraggio e dignità, autonomo per non pesare sulla famiglia.
Lo si incontra quando raggiunge il suo lavoro. Lo si incontra per il paese, in qualche bar. Luca vive il sociale, come anche la politica, impegnato nel passato all’interno dell’istituzione comunale, continua oggi a marcare la sua
presenza come soggetto pensante, anima critica, ribelle capace di mettere in piedi un’autonoma vertenza per rivendicare un diritto.
Come quella dello scorso fine settembre. La progressiva degenerazione della sua malattia lo costringe ad utilizzare degli appositi ausili per gestire in autonomia la quotidianità. Nello scorso mese di settembre, c/o l’ospedale di Crotone, Luca desiderava avviare la richiesta per un sollevatore elettrico per disabili, meglio conosciuto come Easy go. Il suo era un desiderio che, in realtà, cozzava con l’inefficienza dell’Asp, disponibile a fornire un contributo per un sollevatore fisso, e per una cifra di un quinto rispetto al costo dell’Easy go.
Da quel momento Luca decide di sferrare il suo attacco verso l’Asp, ancor di più dopo aver scoperto che in Lombardia
un disabile aveva ottenuto l’ausilio a lui negato in Calabria. Inoltre, Luca denunciava il mancato aggiornamento dei
tariffari calabresi degli ausili, rimasti inchiodati ai prezzi in lire.
La sua denuncia Luca la movimenta sul Quotidiano e poi su RaiTre Regione. Nello stretto giro di qualche giorno, il
governatore della Calabria, Roberto Occhiuto, risolve il problema.
Abbiamo rivolto qualche domanda a Luca, per avere la sua voce in questo numero del giornale, perché ci raccontasse
qualcosa di questa storia.
Vogliamo un gran bene a Luca, perchè rappresenta un modello di riferimento per impegno civile e per la grande dignità. Di certo un esempio di cittadino capace di rivendicare i propri diritti senza starsela troppo a menare o a lagnarsi con le mani in mano.
Grazie Luca.
D. – Il 28 settembre esce il pezzo sul Quotidiano, con la tua denuncia contro l’Asp per l’impossibilità di ottenere un
sollevatore mobile e per i tariffari calcolati ancora in lire. Sei stato capace di sferrare l’attacco per rivendicare i tuoi diritti. Un qualcosa certamente di educativo per quanti stanno sempre a piangersi addosso.
Ci racconti come stavano le cose, cosa rivendicavi verso l’Asp e non riuscivi ad ottenere, fino a quando non hai deciso di denunciare il caso sulla stampa.
R. – L’Asp mi ha creato sempre problemi. Quando sono andato all’Asp, non mi volevano dare il sollevatore. Per carrozzine o sollevatori dei disabili ci sono determinati codici. Questo che chiedevo è un ausilio uscito da poco. Visto che il nostro nomenclatore non è aggiornato, non c’era questo codice. Io sulla disabilità conosco le leggi, conosco tutto. Esiste una legge che dice: anche se un codice non esiste nel nomenclatore, si possono autorizzare dei codici che siano riconducibili al nomenclatore che vuole l’assistito. E all’Asp mi sono arrabbiato, perché ci sono prescrittori che non conoscono determinate leggi. Dopo allora sono esploso. Infatti ho chiamato il Crotonese e a Giacinto Carvelli del Quotidiano per denunciare il caso.
D. – Anche RaiTre Regione viene ad intervistarti. Ufficialmente lanci una richiesta al governatore della Calabria.
R. – Sì, ho chiamato la Rai perché siamo amici con Ugo Rendace che fece un servizio quando andavo in handbike.
Dunque ho chiesto a lui se faceva questa intervista per fare un appello al presidente della Regione
D. – Intanto tanti imprenditori e politici, non solo di Cotronei, si sono offerti per contribuire all’acquisto del dispositivo.
Hai ricevuto tanta solidarietà ma hai preferito portare avanti la tua battaglia, perché desideri rompere questo
sistema sanitario calabrese.
R. – È vero, in tanti si sono offerti, tra politici e imprenditori. In particolare, mi hanno chiamato quattro imprenditori:
uno di Cotronei, uno di Crotone, uno di Catanzaro e uno di Cosenza. Effettivamente sapevo che non avrei avuto difficoltà in questo senso, però io voglio rompere questo sistema perché chi soffre ha il diritto a curarsi. Quindi l’Asp
ci deve dare tutto. Per questo ho interpellato il presidente, perché solo lui può aiutare chi veramente soffre, perché lui è
il responsabile della sanità calabrese. Ora ho risolto la mia questione. Pensa, tra prescrizione e autorizzazione passa
un mese; io l’ho avuta in due giorni, direttamente a casa, senza andare a Crotone.
Allora io mi chiedo perché tutta questa burocrazia, che ci fanno aspettare mesi per un diritto; quando tiri fuori le palle la burocrazia non esiste.
Vorrei dire un’altra cosa. Tanti politici mi hanno offerto la loro solidarietà nell’aiutarmi. Ma invece di offrirsi per risolvere il mio problema, risolviamo il problema che ho sollevato io sui disabili, rompiamo questa burocrazia tutti insieme, per rompere questo sistema. Io sapevo che il mio problema lo avrei risolto. Ma tutti gli altri disabili?
D. – Arriva immediato il contatto telefonico di Roberto Occhiuto. Come si è impegnato il presidente della Regione per la risoluzione del tuo caso? Come pensi che altri casi analoghi al tuo possano ottenere lo stesso risultato? È una battaglia che pensi di portare ancora avanti, per snellire la burocrazia e consentire meno problematiche per quanti
si ritrovano in una situazione di disabilità?
R. – Il presidente mi ha chiamato e si è messo subito a disposizione. È stato lui a chiamare il commissario dell’Asp di Crotone e il dottor Brisinda: mi hanno fatto tutte le pratiche, si sono messi tutti a disposizione.
Ho detto al presidente che questa lotta non è soltanto per me, perché io voglio rompere tutta questa burocrazia che esiste in Calabria. Gli ho chiesto di mettere tutto nelle mani dei medici di base, per evitare a un disabile di andare prima a Crotone, poi a Mesoraca. Invece, viene il medico di base a casa, ti prescrive l’ausilio, l’autorizzano e poi fanno il collaudo quando vedono l’ausilio. Direttamente a casa. Il presidente è stato molto chiaro e contento di questa mia proposta. Mi ha promesso di incontrarmi in Regione per fare in modo che si possa rompere questa burocrazia.
D. – Alla fine, il 17 ottobre hai incontrato Roberto Occhiuto. Cosa vi siete detti e quali impegni ha preso il presidente per i problemi che hai sollevato, non soltanto per il tuo caso ma, complessivamente, per tutti i disabili calabresi.
R. – Il presidente mi ha subito incontrato in Regione Calabria. Mi diceva che la sanità calabrese l’ha trovata disastrata, per tanto tempo commissariata. Pian piano risolveremo i problemi e la burocrazia.
Qualcuno diceva che parlare con il presidente era difficile. Oggi posso dire che, grazie al presidente e Pietro Brisinda, ho risolto. Purtroppo la sanità versa in condizioni gravissime ma Roberto Occhiuto lavorerà per farci vivere meglio e io sarò con lui quando vorrà.
da: Cotroneinforma n. 146