Esiste un problema di una certa importanza a Cotronei. Con questo giornale ne abbiamo ragionato in tutte le sfaccettature possibili, riportando anche le iniziative realizzate nell’ultimo quarto di secolo.
Di fatto, il pascolo abusivo continua ad essere un problema senza soluzione. Forse, rispetto a qualche anno addietro, il fenomeno è aumentato, perché sembrano aumentati gli animali che pascolano allo stato brado, tra pecore, capre e mucche.
Negli anni le istituzioni hanno provato a fare qualcosa.
Nel 2001 ci fu una manifestazione di protesta popolare, organizzata dall’amministrazione comunale di Cotronei a guida Secreti, con la partecipazione del ministro per gli Affari regionali, Agazio Loiero, all’epoca punta di diamante calabrese dell’Udeur di Clemente Mastella. Gli animali sparirono dai pascoli abusivi per qualche periodo, giusto il tempo per far calmare le acque, per poi tornare tranquillamente.
Con l’amministrazione Scavelli ci fu altresì una manifesta consapevolezza del problema, con un tentativo di una denuncia collettiva dei proprietari dei terreni, con l’interesse del prefetto, e che doveva portare al sequestro degli animali per trasportarli in custodia nella sede ARSA di Rocca di Neto. Non se ne fece nulla.
Nel 2011, il secondo Consiglio comunale dell’amministrazione Belcastro si svolse a Rivioti, in un’apposita tensostruttura, alla presenza deputato del Pd Nicodemo Oliverio e di altre figure istituzionali.
In quel periodo c’era stata una dura presa di posizione dell’eurodeputato del Pd Pino Arlacchi, quasi con lo stesso pàthos riversato nella guerra contro i coltivatori di oppio in Afghanistan. Un problema, quello di Cotronei, che lo stesso Arlacchi aveva sollevato presso l’Unione Europea per far intervenire l’Olaf, il servizio di repressione degli abusi dei fondi europei.
Quella mobilitazione portò nel 2012 all’abbattimento di un ovile a Rivioti, un manufatto di quasi 500 metri quadrati realizzato senza le autorizzazioni del comune di Cotronei: una demolizione simbolica per contrastare il fenomeno del pascolo abusivo, con le operazioni coordinate dai carabinieri della compagnia di Petilia Policastro. La demolizione dell’ovile fu eseguita in base ad un’ordinanza del questore di Crotone, previa decisione in Prefettura del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, e dopo che per ben due volte era andata deserta la gara per la ditta necessaria ad effettuare la demolizione.
Sembrava che il tutto avesse preso finalmente la giusta direzione per una risoluzione definitiva del problema. Invece, dopo la demolizione dell’ovile si ricadde in una sorta di distrazione generalizzata e il fenomeno continuò a restare tale negli anni a seguire.
Gli animali sono sempre al pascolo abusivo, danneggiano le recinzioni, i muri a secco. Gli uliveti sono scorticati nei tronchi e in tutti i rami bassi, ’e vasciogne. È una pena vedere tante piante scempiate, violentate; non è giusto.
Gli uliveti di Rivioti e delle località vicine, appartengono per la gran parte alla piccola proprietà cotronellara. Quelle piante portano nella memoria le fatiche delle generazioni passate, continuano a produrre del buon olio attraverso il lavoro e le attenzioni delle nuove generazioni. L’olio è una importante economia, sia per il fabbisogno familiare, sia per la commercializzazione del prodotto.
Gli animali hanno il diritto al pascolo. Non hanno il diritto di distruggere le colture nelle proprietà private. I proprietari sono stanchi di denunciare, perché di denunce ne esistono a dozzine in questi ultimi anni.
La cosa peggiore in tutta questa storia è il senso di impunità che emerge, l’evidente mancanza della legalità. Non è possibile che, nonostante denunce, interessamenti di ministri, prefetti, interrogazioni parlamentari e quant’altro, il fenomeno del pascolo abusivo continui ad essere sfacciatamente presente.
La situazione è vergognosa, inaccettabile per una popolazione civile, inconcepibile in uno stato di diritto, ingiustificabile per il protrarsi del fenomeno in così tanti anni.
Compito delle forze dell’ordine, dell’amministrazione comunale, della prefettura, delle istituzioni regionali, del ministero degli Interni è il ripristino della legalità. Diversamente è un’ammissione di impotenza e la consacrazione dell’ingiustizia sull’altare dei prepotenti.