LA NECESSITÀ DI FARE SINTESI POLITICA
L’estate ha rappresentato sempre un momento d’incontro tra politici e amministratori degli enti pubblici calabresi. Ci sono villaggi turistici che custodiscono la genesi di gran parte delle architetture e delle strategie politiche dei palazzi, dai piccoli comuni alla cuspide del potere regionale, appunto la Regione. Un politico di razza non trascorre le vacanze per prendere l’abbronzatura, quanto per concedersi la possibilità d’incontri e discussioni informali, tra una vodka ghiacciata e un bicchiere di birra o in sontuosi banchetti.
Per carità, nessuna allusione a chissà quali fantasie. È giusto un mettere in evidenza il livello di produttività e lo spendersi della classe dirigente regionale proprio nei periodi che dovrebbero servire per il meritato riposo, al mare o in montagna.
Puntualmente, con l’autunno c’è sempre un po’ di brio, qualche novità di spessore, magma che si espande. Forse è sempre stato così.
Questa trascorsa estate ha prodotto le condizioni necessarie alle fibrillazioni autunnali. Non poteva essere diversamente poiché nel prossimo anno si vota per il rinnovo del governatore delle Calabrie. Adrenalina pura.
E poi ci sono le Europee. Le elezioni europee si calano nell’indifferenza dei calabresi che hanno sempre snobbato il potere di Bruxelles, limitandosi a portare i voti necessari per qualche scranno al parlamento e chi s’è visto, s’è visto.
Ben altra storia la conquista della cittadella regionale, il cuore pulsante dell’economia calabrese, il dinosauro della burocrazia, il potere politico in tutte le sue articolazioni. Le elezioni regionali sono una faccenda seria, terribilmente seria per il futuro, almeno per i prossimi cinque anni.
Parte in volata il Pd del governatore calabrese, con un documento inviato dall’ufficio stampa della giunta regionale alle redazioni dei giornali; un documento sottoscritto da sessantanove sindaci calabresi per la ricandidatura di Mario Oliverio alla presidenza della Regione alle elezioni del 2019.
Poi si sono ritrovati il 17 settembre in un’assemblea a Feroleto per incoronare Oliverio, questa volta con il sostegno di oltre duecento sindaci calabresi. Vabbè, qualcuno aveva inteso male e ha ritirato l’adesione, ma in sostanza resta una nutrita truppa di sindaci disposti a dare la vita per il governatore uscente; nel senso metaforico del termine, ovviamente.
I processi di elaborazione delle candidature non nascono attraverso un confronto con la base. Anche quest’investitura di Oliverio, attraverso i sindaci, appare una forzatura tecnocratica che, nonostante quanto si vuole far pensare, non ha l’investitura dal basso, dei cittadini o dagli iscritti al partito di riferimento.
Punte di diamante tra i sindaci quello di Reggio, Giuseppe Falcomatà, e di Crotone, Ugo Pugliese: il primo funzionale politicamente al Pd di Oliverio, mentre il secondo – in forza a Enzo Sculco – funzionale alla destra come alla sinistra, dove spira più forte il vento.
Se non scoppieranno rogne interne al Pd regionale (del resto poco probabile viste le prime avvisaglie), se non ci saranno ingerenze romane o della magistratura e se i sondaggi la smettessero di rompere le uova nel paniere, Mario Oliverio è in pole position, già trepidante per la campagna elettorale, in attesa che gli altri schieramenti facciano sintesi.
Già, il fare sintesi.
Per il centrodestra è già operativo da qualche mese Mario Occhiuto, il sindaco di Cosenza, ma la sua candidatura alla presidenza della Regione non mette fine alle lotte interne tra le diverse province calabresi. Si troverà la quadra e la designazione finale sarà calata dall’alto, direttamente da Arcore.
Sempre con accordi dall’alto proporranno il candidato per il Movimento 5 Stelle, quest’ultimo con un passaggio di consultazione nella piattaforma web, la democrazia virtuale dei pentastellati.
Circola con insistenza il nome dell’imprenditore vibonese Pippo Callipo e dell’europarlamentare Laura Ferrara, ma questa potrebbe scegliere di ricandidarsi alle elezioni europee lasciando campo libero al “re del tonno”. Callipo, secondo qualcuno, potrebbe anche facilitare un possibile accordo tra M5S e Lega.
Del resto, la vera incognita del momento è la Lega che dovrà decidere se appoggiare la destra, i pentastellati o navigare da sola. Quel che è certo, in barba a ogni logica, i lumbard vanno col vento in poppa e una schiera di trasformisti calabresi sgomita alla porta per entrare (o per sedersi).
La grande forza democristiana calabrese non si ritrova più il partito di riferimento e, a parte qualche lista civetta, saranno voti spalmati nei diversi schieramenti in campo.
Della sinistra impropriamente definita radicale, i numeri non consentono voli pindarici.
Scenari politici nell’incertezza, certo, che potrebbero sostanzialmente portare, in voti e percentuali, a un esito simile alle politiche del 4 marzo scorso.
Comunque vada, c’è poi un qualcosa di diverso, che va ben oltre le architetture della politica che conta, dello scranno elettivo, delle posizioni di potere. Ormai è da tempo che si percepiscono i segnali di un risveglio della società calabrese, in un reticolo di persone che pensano, creano, agiscono.
Non è soltanto Riace – nuova città del sole – a portare nel mondo un pensiero diverso di umanità, di moderne costruzioni sociali, di una nuova poetica politica.
Esiste un esercito di cittadini, associazioni, centri sociali, cooperative, scrittori e intellettuali che si sporcano le mani, assumendosi la responsabilità di un impegno nel vuoto della politica e delle istituzioni. Vale a dire uno spazio di pensiero e di azione a partire dai problemi concreti che esistono in questo lembo di terra del Sud, in un lavoro apparentemente poco visibile ma esistente, che cresce, si espande, forse non ancora sufficiente per cambiare il corso della storia.
La necessità di fare sintesi politica lungo questa direttrice può rappresentare il punto di svolta per gli anni a venire; la necessità di fare sintesi politica per portare l’immaginazione al potere, per restituire un senso alla cosa pubblica e ai beni comuni, per un vivere civile che sperimenti una nuova grande bellezza della Calabria.
Pino Fabiano
Tratto da: http://cotroneinforma.org/wp-content/uploads/2018/11/136.pdf