UNA CITTÀ DEL ROCK NEL PAESE DEI BALOCCHI – La sofferente vicenda della “Steven Tyler Gallery”

 

Com’era immaginabile, attorno alla questione della “Città del rock” e della “Steven Tyler Gallery” è scoppiato un gran casino. I responsabili del caos che si è venuto a creare e del clamore mediatico sulla stampa regionale e nazionale, sono la vecchia e la nuova amministrazione comunale di Cotronei.

Andiamo per ordine.

L’amministrazione comunale presieduta dall’ex sindaco Nicola Belcastro presentò il progetto alla Regione Calabria per partecipare al Bando dei borghi. Al centro dell’idea progettuale c’era l’acquisizione e la ristrutturazione del palazzo Bevilacqua nella Gria per trasformarlo in un tempio del rock dedicato a Steven Tyler leader degli Aerosmith.

L’immobile ubicato nel centro storico Gria è direttamente connesso alla memoria della famiglia di Steven. Infatti, nell’ultimo decennio dell’Ottocento, Giovanni Tallarico, il nonno di Steven, eccelso musicista e diplomato in mandolino al Reale Conservatorio di Napoli, sposò Fortunata Trocino, chiamata in paese la “segretaria”, vedova di un ex maresciallo dei carabinieri, e abitante nel palazzo Bevilacqua, che lo stesso defunto marito le aveva lasciato in eredità. Nel 1896 Giovanni Tallarico decise di emigrare in America; successivamente lo raggiunsero anche la moglie, e i fratelli Francesco, Pasquale e la sorella Maria Grazia: tutti musicisti che si fecero conoscere in fretta nel continente americano.

Infatti, già nel settembre 1903, in una nota stampa newyorkese, si declamavano le doti di Pasquale Tallarico, undicenne prodigio al pianoforte e del fratello quindicenne Francesco, virtuoso del mandolino e interessato a studiare il violino. Con il fratello maggiore e maestro Giovanni, che con i suoi studi a Napoli poteva vantare eccellenti referenze, formavano la Tallarico’s Orchestras a New York city per incantare nei concerti con le esecuzioni di Mozart, Beethoven, Chopin. Insomma, i Tal­larico Brothers si erano ritagliati un pezzo di notorietà nella “Grande mela” d’inizio Novecento.

Ritorniamo al palazzo Bevilacqua.

Nel settembre 2018 il sindaco del tempo Nicola Belcastro diede notizia dell’investimento richiesto per realizzare il Borgo della musica rock Steven Tyler, un progetto che metteva insieme, nel palazzo Bevilacqua, l’albergo diffuso e il polo culturale e artistico-musicale. Nello specifico, ai piani superiori l’albergo diffuso, mentre il piano terra e il primo piano gli spazi dedicati a un moderno museo musicale, una sala prove musicale e un centro culturale per ospitare eventi legati alla musica. All’interno del museo anche l’esposizione, in modo permanente, di oggetti e strumenti utilizzati da Steven Tyler.

Lo stesso Steven aveva condiviso in toto e firmato il progetto dell’associazione che porta il suo nome – presieduta dall’avvocato Nino Grassi, discendente della famiglia Tallarico – e commissionato alla IA+ srl di Bologna con project manager l’ingegnere Rosario Miletta di Cotronei.

Nel dicembre 2020, la Regione Calabria finanzia il progetto mettendo nel piatto un contributo di un milione e 300mila euro. Bei soldini.

A questo punto, l’amministrazione comunale anziché perseguire un percorso tracciato e condiviso sia dall’associazione locale e sia da Steven Tyler, deraglia su altre strade.

Nello scorso anno, a fine della legislatura, Nicola Belcastro e l’ufficio tecnico comunale rimodularono il progetto sottoscrivendo una nuova convenzione con la Regione.

In realtà due percorsi paralleli. Un incarico a una società di Crotone per realizzare un progetto integrato di realizzazione per il Borgo della musica rock con ben 130 mila euro, come se non ci fossero ormai le idee chiare sul da farsi. Inoltre, il cambio di sede, da edificare ex novo su corso Vittorio Emanuele con l’offerta di 120mila euro a un privato per l’acquisizione di un magazzino adiacente.

Insomma, tutta un’architettura che stravolge quanto precedentemente programmato, caricando il tutto sul bilancio comunale.

Complicato a comprenderne la ratio, seppur immaginabili le fantasiose visioni.

Il problema che la nuova amministrazione e il sindaco Ammirati, con troppa approssimazione e senza tener conto delle dinamiche interne alla questione, ha approvato i provvedimenti in itinere provenienti dall’amministrazione precedente.

Figuriamoci se poteva passare inosservata.

Nino Grassi, responsabile dell’associazione, fa partire una diffida per conto di Steven Tyler contrariato per l’avventato intento di realizzare e dedicare l’opera a suo tributo non nel luogo voluto e prescelto, ma in un luogo diverso e assolutamente non gradito. Di fatto, Steven diffida il Comune di Cotronei e eventuali altri soggetti non autorizzati a cessare immediatamente ogni abusiva utilizzazione del suo nome e della sua immagine.

Il 28 marzo esce un pezzo sul Quotidiano del Sud che annuncia della diffida del leader degli Aerosmith al Comune di Cotronei. Il 30, due giorni dopo, esce un pezzo anche sul Corriere della Sera. A cascata escono note stampa su diversi giornali cartacei e online, oltre a testate radiofoniche come Radio Popolare, Radio Freccia e altre. Insomma un gran clamore per qualcosa che il buon senso avrebbe potuto evitare.

Per non ficcarsi in un cul de sac e rimediare alla brutta figura nell’opinione pubblica, l’amministrazione comunale ha il dovere di riprendere la questione immediatamente e con la necessaria moralità prima ancora del dovere istituzionale.

Il palazzo Bevilacqua è il luogo designato per le ragioni che abbiamo enucleato all’inizio. L’immobile, altresì, comincia ad essere un pericolo per la pubblica incolumità. Non passerà tempo che le crepe sulla struttura minacceranno la zona circostante. Pertanto, il restauro si inserisce nella conservazione e valorizzazione del centro storico. Inoltre, il progetto da realizzare nel palazzo Bevilacqua può portare una rinnovata dinamicità per tutta la Gria, come ben merita.

L’intera progettazione, le idee, il braccio operativo dello “Steven Tyler Gallery” dev’essere direttamente connesso con lo stesso Steven. Società esterne non possono che sottrarre risorse economiche al territorio e rallentare qualsiasi ipotesi di sviluppo e funzionalità.

La questione è in mano, a questo punto, al sindaco Ammirati e alla sua amministrazione (ma potrebbe essere utile anche l’attenzione delle minoranze in consiglio comunale), che si sono ficcati in un gran casino, quando bastava non considerare degni di attenzione i provvedimenti di quanti li avevano preceduti.

È necessario uno slancio istituzionale diverso, del buon senso, anche per non apparire alla pubblica opinione nazionale come il solito paese dei balocchi ma, al contrario, una vera città del rock.

p.f.

 

 

1 Comment

  1. Antonio Grassi ha detto:

    Analisi precisa e puntuale.

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