UN BRIGANTE DELLA STORIA

Lo storico e ricercatore, anima e memoria vivente di Cotronei si è spento a 76 anni
UN BRIGANTE DELLA STORIA
Il prof. Serafino Caligiuri: un gigante della cultura che ha trasformato i calabresi in eroi

 

Ci sono persone che appartengono per sempre alla storia dei luoghi in cui nascono crescono e vivono, fino a diventarne un tuttuno. Quando queste persone spariscono gli stessi luoghi perdono parte della loro anima e della loro vita e il lutto dalla famiglia ristretta si estende a tutta la comunità che si sente orfana.
È il caso di Cotronei e del prof. Serafino Caligiuri, che è venuto a mancare nei giorni scorsi seguendo di pochi mesi la scomparsa della compagna di una vita la moglie Fedelina. Cotronei nonostante la sua aria le sue montagne i suoi laghi e la sua storia, non potrà più essere la stessa senza incontrare
in piazza il prof. Caligiuri, senza incrociarne lo sguardo glaciale degli occhi normanni, senza aver la fortuna di farsi
raccontare una delle sue tante storie di eroi calabresi. Se il paese di una parte magnifica della Sila dovesse avere un genius loci avrebbe le sembianze del prof. Caligiuri che continuerà a vivere nei boschi, nei ruscelli e nelle case diroccate che hanno ospitato eroi, briganti e ribelli calabresi di cui ha raccontato le avventure, trasformando forse anche qualche poco di buono in leggenda.

L’eroismo delle brigantesse

La sua passione erano le donne, nel senso delle brigantesse, a suo giusto dire ingiustamente dimenticate dal passato di ribellione a padroni e Piemontesi che le aveva viste protagoniste, non più angeli del focolare ma angeli con la schioppetta pronti a difendere case, marito e figli dai
soprusi di baroni e soldati.
A pochi chilometri dai luoghi di Melissa il prof. Caligiuri non si è rassegnato a dimenticare, ma si è ostinato per tutta la vita, con la passione dello storico e la generosità del professore, a raccogliere e raccontare nei suoi libri storie di ordinario eroismo, strappando la figura della donna calabrese al luogo comune di massaia supina e restituendola alla storia come eroina salda e forte come le montagne della Sila.
È il caso dei suoi racconti “Felicita Vizzano Contessa di Arena” e “Il processo beffa di Maria Oliverio” in cui l’eroismo femminile si scontra contro il
pensiero dominante che le ha facilmente condannate in vita e presto dimenticate in morte.

La storia di Cotronei

Il suo libro “Cotronei. Dalla preistoria al brigantaggio post unitario” (548 pagine) è un’enciclopedia del Paese silano arricchito con l’Albo dei Cognomi, l’album fotografico, l’Albo degli Agnomi e Soprannomi con termini in dialetto cotronellaro, Stornellate e Ballate in dialetto.
Un lascito enorme che va al di là della sua vita dedicata alla ricerca. Uno scritto nato dopo venti anni di studi, ricerche che lo hanno visto raggiungere a cavallo i luoghi da lui raccontati proprio per viverli. “La gente che mi vedeva a cavallo – diceva – mi dava del folle”.

Il coraggio della cultura

Il che lo faceva sorridere non certo lo impauriva, lui brigante della storia, a cui piaceva riscoprire quello che agli altri era stato troppo facile dimenticare, il coraggio della cultura ostentata nell’ignoranza di provincia lo proteggeva perché credeva e spiegava che la conoscenza delle proprie radici è l’unico modo per costruire il proprio futuro, anche in Calabria, anche a Cotronei: “CHI SA È!” amava ripetere accendendosi l’ennesima
sigaretta. I figli Rosario, Antonio e Carlotta quelle parole se le ricorderanno per sempre, e anche i suoi tanti allievi di Cotronei, cui ha insegnato prima di tutto, l’orgoglio per le proprie origini.

Consigli di lettura.
Un racconto del prof. Caligiuri: Il rapimento di Don Gaetano Minardi di Cotronei.
link http://www.brigantaggio.net/Brigantaggio/Storia/Altre/Crotonei.htm

 

Francesco Paravati

 

Tratto da Cotroneinforma n. 142/2021

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