Dopo tre anni si è avviata la discussione, nella IV Commissione del Consiglio Regionale, sulla proposta di legge d’iniziativa popolare per una gestione pubblica e partecipata del servizio idrico calabrese.
Dopo oltre tre anni dalla presentazione della proposta di legge di iniziativa popolare promossa dal Coordinamento Calabrese Acqua Pubblica “Bruno Arcuri” – sottoscritta da oltre 11mila firme di cittadini e da molti consigli comunali calabresi, tra cui quelli di Lamezia Terme, Cosenza e Castrovillari – e sostenuta da diverse mobilitazioni pubbliche, è stato finalmente possibile, a cura degli attivisti del “Bruno Arcuri”, presentare la legge in seno alla IV commissione del Consiglio regionale. L’iter procedurale partito non consente facili illusioni sulla possibilità di recepimento delle istanze presenti nella legge popolare ispirate al referendum del 2011, soprattutto per la messa in cantiere di una legge di iniziativa della Giunta calabrese che presenta molti punti critici.
Difatti, nella proposta lanciata insieme a migliaia di cittadine/i si danno delle indicazioni precise per la costituzione di un’azienda speciale, denominata ABC (acronimo di Acqua Bene Comune) Calabria, di diritto pubblico e con una partecipazione diretta, da regolamentare, dei cittadini, dei lavoratori, dei comitati popolari e delle associazioni interessate mentre nell’iniziativa della Giunta è chiara la propensione verso una S.p.A. anche se totalmente a capitale pubblico.
Una volta chiarite le diverse posizioni in commissione, pur avendo già percepito una certa avversità da parte dei tecnici regionali, vogliamo sperare che quanto proposto da cittadini e comuni sia tenuto nella giusta considerazione, soprattutto alla luce delle concrete possibilità che a livello nazionale si stanno aprendo con le recenti affermazioni del ministro circa lo stralcio del servizio idrico dal decreto Madia concernente le privatizzazioni.
Inoltre, sarebbe auspicabile che nella prossima audizione in commissione regionale si andasse oltre gli aspetti formali della discussione e si cercasse di entrare nel merito dei problemi, senza trovare soluzioni unilaterali della Giunta che apparirebbero, nei fatti, come uno schiaffo alle migliaia di cittadini sottoscrittori della legge popolare ed ai tanti comuni che l’hanno appoggiata.
Oggi più che mai, si scrive acqua, si legge democrazia!
Tratto da: abccalabria.org