L’ascia di guerra di Cotroneinfoma

Il simbolismo mitologico che l’immagine dell’ascia di guerra aveva su di me fino a qualche vita fa era straripante, oggi è più attenuato, soffuso e monocorde.
Sotterrare o dissotterrare le asce di guerra ha sempre implicato un cambiamento parossistico in una controversia. La pacificazione non sempre indolore che presagisce il verbo sotterrare, l’inizio nauseante della riapertura delle ostilità che suggerisce il secondo verbo dissotterrare.
Voi non avete mai avuto modo di utilizzare nessuno di questi due verbi e dei suoi relativi significati simbolici. Siete così terribilmente impressionati dallo stupore dell’immagine, purtroppo non ancora obsoleta “dell’imbracciare le armi”, da cui si può estrapolare e coniare il neologismo metaforico imbracciare l’ascia di guerra.
Più esplicitamente per quanto vi riguarda, perseverare nell’imbracciare l’ascia di guerra.
Non abbiate timore, la metafora attiene soltanto a ciò che voi di Cotroneinforma ritenete essenziale per una comunità: delle decisioni che determinano e modificano le condizioni di vita dei cittadini, attuale e futura, si discuta pubblicamente, anche in maniera esasperata e conflittuale se necessario, senza spargimenti di sangue ma con spargimento di idee e proposte.
Ciò mi ronza in testa da troppo tempo e qui ed ora non è certo il tempo dei buoni e bravi adulti silenti, che non siete e non sarete. Vi ricordo e ricordo a me stesso quanto scritto da Pino Fabiano non più di qualche settimana addietro [N.d.R. Cotroneinforma n. 143, pag. 18-19]: «Nessun rimpianto, anche perché le nostre idee, le nostre opinioni le abbiamo scritte nel giornale […] Mettiamo in chiaro questo aspetto che forse può tornare utile al prossimo sindaco di questa nostra comunità di cotronellari teste piatte – come ci definiscono in terra di pagani […] poi ci sono alcuni nostri editoriali, oppure note in Fronte redazionale o La tela del ragno, che creano mal di pancia. Di una cosa siamo certi, non spariamo cavolate, perché argomentiamo attingendo rigorosamente alle fonti (soltanto con le fonti necessarie), ma non ci risparmiamo la nostra opinione, ci sembrerebbe intellettualmente scorretto non farlo. Un’opinione, la nostra, spesso non condivisa nel palazzo comunale. Mai una volta, però, che il sindaco Belcastro, o un assessore, o un consigliere avesse sollevato formale dissenso su questioni trattate nel giornale. Ci saremmo attenuti – se necessario – al dovere della rettifica o concedendo il diritto di replica».
L’ascia di guerra che imbracciate è stata e rimarrà questa descritta in maniera inequivocabile da Pino.
Le questioni irrisolte e le domande inevase degli ultimi dieci anni ma non solo, tutte e nessuna esclusa, sono ancora lì nella teca della vostra memoria e sulle pagine del periodico. Non rappresentano missive mai spedite, solo e soltanto perché non sono state lette. Sono ancora vivide.
Il loro pregio stava nella non personalizzazione dell’interrogato, non erano rivolte a chi in quel momento rivestiva il ruolo in maniera contingente (sindaco/a, assessore/a, consigliere/a, dirigente), perché come spesso accade progetti e programmi travalicano le legislature.
Per cui tali questioni irrisolte sono valide ancora oggi.
Riproporle, riproporle e riproporle significa, per voi e per noi tutti, pretendere che giunta e consiglio comunale si facciano carico del compito di corretta e imparziale informazione istituzionale, cosicché al teatrino delle segrete stanze non segua come da copione il chiacchiericcio partigiano della strada.


Neandertalo Sapiente
Lande del Marchesato, 16 Ottobre 2021

 

 

IL CASO O LA COSA

 

In questo inizio di primavera dell’anno 2022 una figura centrale per la nostra formazione politica ci ha lasciato. Neandertalo Sapiente è scomparso, ha abbandonato la vita terrena.
Neandertalo, figlio di contadini del Marchesato emigrati al Nord, era nato il 25 aprile 1945.
Sì, sì! Proprio il 25 aprile, quel fatidico giorno che sarebbe poi diventato Festa di Liberazione e che tanto lo faceva gioire da bambino pensando che tutti, in ogni dove della ridente penisola, festeggiassero il suo compleanno. La storia dell’epopea 25 Aprile, come usualmente e autoironicamente definiva le prime due decadi della propria esistenza, ci venne raccontata con dovizia di particolari: la tonta credulità del bambino sognatore, l’amara scoperta dello scolaro diligente, la crescente consapevolezza del ragazzino proattivo e gli insindacabili sogni del ventenne maturo.
Nella metà degli anni settanta, era partito dalle Langhe piemontesi, lasciando lì la “propria vita precedente” e i propri genitori per profonde e insanabili divergenze di carattere politico-culturale. Aveva optato, lui e non la famiglia, per un percorso a ritroso, insensato e difficile.
Alle proprie origini. Alla Calabria. Al Marchesato.
Era sempre stato un “bastian contrario”.
Settantasette anni di una vita vissuta al soldo, non millantato ma praticato, della perenne ricerca della giustizia sociale e della pratica continua dell’uguaglianza.

Che la terra ti sia lieve.
Già ci manchi, veglia su di noi dal luogo in cui ora ti trovi!

L’Associazione

p.s.
La missiva nella pagina è l’ultima che abbiamo ricevuto da parte di Neandertalo.

 

[da: Cotroneinforma n.145/2022]

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