L’ANTICA QUESTIONE IMPIANTI DI RISALITA

Con dentro un vuoto di quindici anni, nell’ultimo scampolo  alla carica da sindaco di Cotronei per Nicola Belcastro si riscontrano delle analogie con l’ultima amministrazione Pietro Secreti.
Una macroscopica la si ritrova nell’interesse comune nell’acquistare, con soldi pubblici, gli impianti di risalita in Sila, nel Villaggio Palumbo.
Nel 2004 scoppiò un putiferio. Secreti, sindaco di Cotronei, spingeva per il finanziamento di un piano economico di tipo turistico nell’ambito delle iniziative del Pit 12. L’investimento, di ben cinque milioni di euro, riguardava principalmente l’acquisizione degli impianti di risalita, una questione considerata strategica nel progetto di sviluppo integrato per la Sila crotonese. In tale ambito, gli impianti di risalita doveva acquistarli la Provincia, per essere poi ammodernati con fondi regionali e, infine, gestiti con una società mista, pubblico-privata.
I legami c’erano tutti. Già dall’anno prima Secreti aveva trovato la sponda in Regione Calabria con il vicepresidente del Consiglio regionale, la buonanima di Domenico Rizza, esponente della destra storica del MSI, originario di S. Severina e in forza nell’esecutivo regionale guidato da Giuseppe Chiaravalloti. Nonostante le apparenti diversità politiche, a quel tempo esistevano delle discrete sinergie da destra a sinistra.
Dunque il primo passo, quello più oneroso, toccava alla Provincia. A maggio, il presidente Carmine Talarico aveva inserito l’acquisto degli impianti nell’ultimo Consiglio provinciale, forse non considerando la reazione dei consiglieri che, di fatto, fecero mancare il numero legale proprio quando la proposta venne discussa. Ci furono forti polemiche politiche dopo quel Consiglio, tra Ds, Margherita e Riformisti.
Anche la stampa locale si era messa di traverso. La buonanima di Domenico Napoletano aveva messo in guardia la Provincia, perché l’esperienza insegnava nel tenersi lontano dagli affari a perdere, “a meno che gli impegni assunti non impongono il loro rispetto. E Bruto è uomo d’onore”. Nell’opinione del direttore de «il Crotonese» pesavano – giustamente – le valutazioni specifiche contenute nella relazione (commissionata dalla Provincia) di Claudio Roveda e datata ottobre 2000, e dove si considerava lo stato manutentivo degli impianti precario e i costi di gestione difficilmente sostenibili.
Secreti, dopo quel Consiglio provinciale, diede le dimissioni da sindaco, per poi ritirarle nel giro di qualche giorno. Era giusto per fare ammuina.
A giugno terminò la legislatura di Talarico e il suo successore, Sergio Iritale, non ritenne valida la faccenda seggiovia e non se ne fece più nulla.
Anche Secreti dovette mollare la presa, visto che nel maggio del 2005 una sentenza della Corte di cassazione lo dichiarò incompatibile con la carica di primo cittadino.
Adesso, Nicola Belcastro, nel suo secondo e ultimo mandato a sindaco di Cotronei, ha ripreso la questione degli impianti di risalita con analogo pathos del precedente.
Nel trascorso anno e in occasione di specifici appuntamenti pubblici, la Regione Calabria e il Governatore sono stati al centro dei pensieri del sindaco di Cotronei; il rinnovato feeling tra le parti (Belcastro appariva tra i sindaci sostenitori alla ricandidatura di Oliverio a Governatore) faceva presagire grandi cose: era il momento buono per spingere nell’acquisto di questi benedetti impianti di risalita.
Nel mese di maggio dello scorso anno, in occasione del Premio Verga, il Governatore era ospite d’eccezione. Pare che nel dopo, distanti dalla solennità pubblica, la questione impianti di risalita abbia avuto il suo frammento di interesse. Come il 25 giugno, in un’assemblea pubblica nella Sala consiliare, per un rendiconto dei risultati amministrativi di metà mandato, il sindaco riprese l’argomento impianti di risalita come questione strategica e necessariamente di interesse della Regione Calabria.
Il 30 novembre, infine, al Museo dell’Acqua e dell’energia di Trepidò, il sindaco Belcastro organizzava un convegno per dare sostanza alla proposta del comune di Cotronei per il complesso sciistico, sottolineando che il progetto, oltre alla realizzazione di due nuovi impianti di risalita con due distinte seggiovie quadriposto, entrambe con una stazione di arrivo a quota 1646 metri sul livello del mare, prevedeva anche la concretizzazione di un lungolago attrezzato sulle sponde del Lago Ampollino. Ospiti del convegno consiglieri regionali e deputati della Repubblica, oltre agli operatori economici.
Punto di partenza l’acquisto di tutte le aree d’interesse del complesso sciistico. Poi, l’adeguamento, la messa in sicurezza e la riqualificazione dei 63,5 ettari di terreno del Villaggio Palumbo.
Insomma, come quindici anni addietro, anche questa volta i legami c’erano tutti. Le condizioni erano tali da fare sperare al finanziamento regionale tra gli ultimi provvedimenti di fine legislatura.
Se non ci fosse stato Gratteri, il procuratore di Catanzaro, a rompere le uova nel paniere.
La settimana prima delle festività natalizie, quasi fosse un regalo sotto l’albero, la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro coordinata dal procuratore della Repubblica Nicola Gratteri, avviava l’inchiesta battezzata “Lande desolate”, e che toccava livelli imprenditoriali, burocratici e politici, connessi tra loro e lambiti da gravi infiltrazioni mafiose.
L’inchiesta apparve subito come una bomba mediatica, perché restava impigliato nella ragnatela anche il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, con l’accusa di abuso d’ufficio, tanto da rimediarci un provvedimento di obbligo di dimora a San Giovanni in Fiore, il suo comune di residenza.
Una storia strana quella del coinvolgimento di Oliverio nell’inchiesta, di certo anomala. Analisi e ragionamenti politici su una questione così delicata negli equilibri di una democrazia, ci porterebbero lontano dal nostro terreno di interesse.
Il 20 marzo, la Cassazione ha annullato senza rinvio il provvedimento di obbligo di dimora per Oliverio. Lo stesso Procuratore Generale della Cassazione ha definito assurdo il provvedimento a carico di Oliverio definendolo privo di fondamento giuridico.
Intanto, per tre mesi è rimasto tutto ibernato e, ormai, difficilmente si potranno onorare tutti gli impegni nel fine legislatura.
Detto in parole povere, addio ad ogni speranza sull’acquisto degli impianti di risalita.
Come quindici anni addietro, la fortuna ha girato le spalle e buonanotte suonatori.

Senza il vil denaro della Cittadella regionale, diventa impossibile ogni ipotesi di acquisto degli impianti da parte pubblica. Il comune di Cotronei non dispone di questi soldi. Inoltre, non esistono altri soggetti pubblici interessati alla questione.
Le rogne scoppieranno a fine anno, perché gli impianti giungono a fine vita. Ci vogliono bei soldini per gli adeguamenti e i collaudi. Forse l’attuale proprietà non dispone di tali risorse, forse anche per questo motivo era interessata alla vendita degli impianti alla Regione Calabra, o forse per altri motivi ancora.
È innegabile che gli impianti di risalita, nel contesto degli sport invernali e del turismo estivo, rappresentino il fulcro strategico dove gira il processo economico della Sila crotonese.
La proprietà, la gestione e ogni ipotesi di rilancio degli impianti è strategica per il futuro di questo territorio. Per questo motivo non si dovrebbe abbassare la presa e continuare la discussione in atto.
Altre variabili che si potrebbero attivare?
Si potrebbe discutere di un azionariato popolare interessando tutto il territorio provinciale. Può essere un’ipotesi? Quanto costano realmente questi impianti? Esistono valutazioni ufficiali?
In alternativa, ci sarebbero i famosi soldi del condominio del Villaggio Palumbo, almeno un paio di milioni l’anno di entrate certe. Si può discutere anche di questo? Potrebbero essere soldi da destinare anche agli impianti di risalita, visto che rappresentano un servizio annesso, fin dalla genesi, a questo villaggio?
Dopo la probabile e sfortunata perdita dei possibili finanziamenti regionali, c’è ancora la voglia dell’Amministrazione comunale di Cotronei di discutere su tali argomenti?
Allora venghino signori, venghino.

Pino Fabiano

Tratto da: http://cotroneinforma.org/wp-content/uploads/2019/04/137.pdf

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