IL FUTURO DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO IN CALABRIA NELLE MANI DELL’ASSEMBLEA DEI SINDACI: LA POSIZIONE DEL COORDINAMENTO CALABRESE ACQUA PUBBLICA

 

Nel dibattito pubblico promosso dal Coordinamento Calabrese Acqua Pubblica “B. Arcuri” lo scorso 22 ottobre a Cosenza (di cui è disponibile la registrazione completa sulla pagina Facebook ABCCalabria ed anche sul nostro sito qui) sono emerse importanti novità, descritte in dettaglio dal Direttore Generale dell’Autorità Idrica Calabria (AIC) ing. Francesco Viscomi, che sottolineano ulteriormente che ci troviamo di fronte ad un fondamentale momento di svolta per la gestione dell’acqua in Calabria.

Il contesto attuale vede alcuni indirizzi già ben chiari, tra cui quello dell’assemblea dei sindaci dell’AIC per una gestione in house (senza la presenza di privati) e quello della giunta regionale per la ripubblicizzazione di Sorical. In questa cornice, il Direttore Generale ha prospettato due scenari, definiti attraverso una relazione affidata ad Invitalia: il primo considera un gestore unico per tutti i comparti del servizio, che si concretizzerebbe in una Sorical Spa a capitale pubblico che inglobi tutte le gestioni a livello locale, in economia o meno; nel secondo scenario la captazione e l’adduzione resterebbero in capo a Sorical, ma per i restanti comparti (distribuzione nei centri abitati, fognatura e depurazione) entrerebbe in gioco un nuovo soggetto, che potrebbe costituirsi sia come Spa a capitale pubblico sia come azienda speciale consortile.

Il Coordinamento si rivolge ai sindaci calabresi, a quelli dei 40 comuni che siedono in assemblea e dei restanti 364 rappresentati solo indirettamente, affinché si dia seguito e si rafforzi l’indirizzo di una gestione pubblica. In particolare chiediamo:

  • che si risolva quanto prima il rapporto con Sorical, società mista in liquidazione. Ovviamente, le competenze e professionalità ivi esistenti devono essere salvaguardate e valorizzate, ma la Regione deve fare quanto in suo potere per fare uscire di scena al più presto questo attore ed in particolare la sua parte privata. Se c’è la volontà politica, questa operazione può essere compiuta nel pieno rispetto delle tempistiche necessarie all’acquisizione dei fondi del PNRR;
  • che si costituisca quindi un ente di gestione unico, rispettando lo spirito della legge Galli, e che tale gestore si costituisca nella forma di azienda speciale consortile;
  • che si proceda ad un reale coinvolgimento di tutti i comuni della regione. Abbiamo già avuto modo di evidenziare l’inadeguatezza delle forme di rappresentanza previste dalla legge regionale 18/2017, si utilizzino tuttavia almeno le conferenze territoriali di zona per giungere a deliberazioni ampiamente condivise. Ci rivolgiamo in particolare ai sindaci dei comuni non presenti in AIC, ricordando che in ogni caso il nuovo ente gestore subentrerà nelle funzioni attualmente in capo a loro;
  • che non si allontani la gestione del servizio dal territorio. Un’azienda che si muoverà su un ambito regionale dovrà affrontare ostacoli enormi per entrare a regime. Non condividiamo la scelta di un ATO unico regionale ed invitiamo in particolare i sindaci dei comuni periferici a chiedere garanzie circa le criticità che si verranno a creare.

Solo un percorso chiaro, solidamente radicato in scelte gestionali che scongiurino la mercificazione dell’acqua, consentirà di realizzare il diritto all’accesso al servizio idrico per tutti i cittadini calabresi.

Terre di Calabria, 28/10/2021

Coordinamento Calabrese Acqua Pubblica “Bruno Arcuri”

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