Il Centro Servizi per il Volontariato ed il Forum Terzo Settore della provincia di Crotone hanno approvato un documento unitario che individua i pericoli insiti nella proposta di regionalismo differenziato avanzata da alcune regioni del nord Italia.

                                              

Il pericolo del regionalismo differenziato

1. Nel 2001 venne approvata la sciagurata riforma del titolo V della Costituzione. In base al principio della sussidiarietà lo Stato avrebbe devoluto agli enti amministrativi territoriali quote decisive del proprio potere. Alle Regioni, anzitutto, veniva riconosciuta l’autonomia legislativa, ovvero la potestà di dettare norme di “rango primario” nonché competenze in campi decisivi della vita sociale e politica, tra cui la cosiddetta “autonomia impositiva”.

Una riforma infelice e raffazzonata che, infatti, oltre ad aver causato negli anni conflitti insolubili tra lo Stato e le Regioni, ha contribuito a rendere quest’ultime organi burocratici elefantiaci per lo più parassitari.

Approvata sotto la spinta della Lega Nord, tale riforma venne spacciata come “democratica” e “federalista”. Essa, in verità, ubbidiva  alla strategia europeista delle élite oligarchiche ovvero di procedere verso il progressivo smantellamento degli stati nazionali.

2. Sulla scia delle disposizioni del governo Gentiloni e quindi della Lega salviniana, il governo giallo-verdesi appresta a stabilire, con alcune Regioni padane, il percorso con cui verrà concessa a queste ultime la cosiddetta autonomia potenziata o differenziata. Si tratta di una autentica minaccia all’unità nazionale, quindi alla sovranità dello Stato repubblicano, in ossequio alla tendenza che vede le più ricche regioni del Nord staccarsi dal resto del Paese per agganciarsi all’euro-Germania — tendenza che è venuta avanti con forza con la globalizzazione e la crisi dell’Unione europea,  che hanno accentuato come non mai il divario tra Nord e Sud.

Pertanto, va assolutamente respinta la concessione delle “autonomie differenziate” a Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna che, procedendo nella direzione europeista, minano la sovranità nazionale e segmentano lo Stato unitario.

Il caso della Grecia attesta come la strategia unionista europea implichi, beninteso in nome della competizione globale, il rafforzamento di zone economiche più “avanzate” a discapito di quelle più “arretrate”, che verranno lasciate a se stesse come riserva di manodopera a basso costo disponibile per quelle più ricche.  Tutto ciò in nome della visione liberista per cui sovrani in ultima istanza sono i mercati e ad essi spetta configurare le divisioni politiche ed amministrative.

Tale minaccia all’unità ed alla sovranità nazionale è aggravata dalla riforma che si vuole attuare, volutamente confusa e pasticciata. Un mostro legislativo, dunque, che anzitutto viola in modo palese l’architettura statuale della Costituzione del 1948 e dà vita a un “federalismo fai da te”, le cui variabili eventuali non è nemmeno possibile calcolare in anticipo. Ogni Regione, in tal modo, sembrerebbe essere autorizzata a procedere per proprio conto, con lo Stato costretto ad inseguirle.

Tale riforma va respinta con forza: tutte le forze  sociali, culturali, del no profit che hanno a cuore il futuro del Paese, quindi l’unità e la sovranità nazionale, devono far sentire la propria voce; devono unirsi per impedire al governo di procedere verso il baratro ed al Parlamento di arrendersi al fatto compiuto.

La Lega ha ribadito che la questione del “federalismo” è “esistenziale” per lo stesso governo. In questo quadro, diventa decisivo il ruolo del Movimento 5 Stelle, che infatti è proprio al Sud del Paese che ottiene i massimi consensi.

Pertanto, data la straordinaria importanza della questione, al Movimento 5 Stelle chiediamo di impedire ogni atto di forza del governo e di far sì che si apra finalmente nel Paese e nel Parlamento una discussione vera e pubblica sull’Italia futura che vogliamo.

3. Una riforma così invasiva, che cambia l’architettura dei servizi socio sanitari, del sistema scolastico e di tutto l’impianto del welfare nazionale, anziché fare passi avanti, ci farebbe retrocedere. Dovremmo, quindi, riformare l’Europa, lavorare perché ritrovi i suoi valori fondanti, perché si avvicini all’aspirazione di essere uno ‘spazio privilegiato di speranza umana’. Invece, al momento, anziché integrare, disgreghiamo: siamo dinanzi ad una vera e propria “secessione economica, sociale, sanitaria, scolastica” delle regioni più ricche ai danni di un’area  tra le più depresse d’Italia e d’Europa,  con alti tassi di disoccupazione, emigrazione e povertà assoluta.   Invitiamo tutto il sistema del terzo settore (forum regionale, forum territoriali, consulte, associazioni) a reagire, controbattendo a  questo nazionalismo padano.

La possibilità che le regioni ricche se ne vadano per conto loro, trattenendo sul proprio territorio l’80% del reddito prodotto, facendo dissolvere le ragioni della coesione sociale di questo Paese,  attesta il  regionalismo differenziato. Da una parte l’Italia dei ricchi, dall’altra quella del reddito di cittadinanza e delle migrazioni interne per motivi di salute o di lavoro. In tal modo, insieme alle competenze viaggeranno anche le risorse per assolverle. Dunque, una parte del Paese si vedrà allocare risorse maggiori, l’altra, soprattutto al Sud, ne pagherà il prezzo.

In questa malintesa autonomia differenziata,   si toccano anche i principi civili e comunitari: uno stravolgimento oltre le diseguaglianze che hanno sempre caratterizzato il Paese, con un nord efficiente nell’offrire servizi di qualità ai cittadini e un sud ed una Calabria, in cui quegli stessi servizi hanno troppo spesso tempi e livelli meno eccellenti. Con questa autonomia differenziata, la suddetta divisione si acuisce ancor di più e si opera incredibilmente una secessione avallata e invocata, mettendo  in gioco anche i diritti fondamentali riconosciuti a tutti gli individui, come quello alla salute.

E’  importante, quindi, che la voce del terzo settore (in tutti i suoi livelli) sia forte  e determinata visto l’imbarazzante silenzio che avvolge il mondo del no profit. Il minimo comune denominatore è che il regionalismo cosi com’è mette a rischio i già precari servizi pubblici che dovrebbero essere garantiti ai cittadini meridionali. La richiesta di sospensione del processo e l’apertura di una fase di discussione pubblica, che coinvolga le persone direttamente, si è dimostrato essere esigenza condivisa da più parti. Cosi come la consapevolezza che senza un processo di partecipazione diretta dei meridionali l’esito del regionalismo non sarà differente da quello che già abbiamo visto per il federalismo fiscale.

Per tali motivi pensiamo che sia utile lanciare due sfide a tutti, che possano far diventare la Calabria  uno spazio di organizzazione e discussione attorno al tema del regionalismo e dei diritti:

  • l’arma principale per contrastare questo processo è la consapevolezza. Chiediamo a tutti i forum territoriali di costituire comitati in difesa del Sud nelle proprie città, per informare e rendere consapevoli il maggior numero di persone possibile. I comitati possono coordinarsi attraverso le reti dei coordinamenti, dei csv, delle consulte, degli stessi coordinamenti del forum.
  • Secondo obiettivo è  costruire una giornata di mobilitazione in difesa della Calabria e del  Sud sui diversi territori, mediante manifestazioni e presidi. E’ impellente la necessità di uscire allo scoperto e soprattutto tenere la guardia alta, anche sulla questione delle autonomie.

Siamo convinti che l’unica speranza per le nostre città sia la messa in movimento di migliaia di persone, che comincino ad immaginare di poter nascere, crescere, vivere dignitosamente e morire nelle proprie terre. Se questa scossa non partirà da noi, non ci resterà che la solita scelta, tra abbassare la testa davanti a una classe dirigente incapace, corrotta e subalterna, o emigrare.

Pertanto, chiediamo al Forum regionale e alle forze politiche, sindacali, istituzionali, associative, di accogliere le nostre proposte, di farle proprie e di porre subito le azioni suindicate.

 

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