FACIMMO AMMUINA – La triste storia dell’acqua a Cotronei

FACIMMO AMMUINA – La triste storia dell’acqua a Cotronei

“Facimmo ammuina” nella lingua napoletana significa “facciamo confusione”. I fantasiosi napoletani, poi, ci hanno costruito un falso storico, riconducendo la locuzione a un regolamento della Real Marina Borbonica del 1841, nel quale si sarebbero indicati i vari modi di “fare ammuina”, nel senso di un gran movimento a bordo delle navi per sembrare impegnati, senza fare sostanzialmente nulla di concreto se non confusione.
È quando accaduto nel mese di agosto a Cotronei sul versante dell’acqua: hanno fatto ammuina la Sorical e il comune di Cotronei
La rassegna stampa degli accaduti è consultabile nel sito web di Cotroneinforma. In questo spazio snoccioliamo velocemente i passaggi e cerchiamo di approcciare un minimo di ragionamento.
A inizio agosto Cotronei si ritrova nel pieno di una emergenza idrica con i rubinetti a secco.
L’Amministrazione comunale se la prende con la Sorical rea d’aver ridotto la portata idrica dall’acquedotto verso i serbatoi di accumulo posti a monte del centro abitato.
Il sindaco Belcastro, per garantire la salute dei suoi cittadini, dopo ulteriori sollecitazioni perde la pazienza e, con un assessore e un impiegato comunale, il 5 agosto irrompe nel partitore Sorical per effettuare le manovre necessarie all’aumento della portata idrica nell’acquedotto.
Per capirci. Riduce la portata dell’acqua verso S. Giovanni in Fiore e aumenta verso Cotronei. Apriti cielo. La sera stessa, la sindaca sangiovannese, con la giunta e il comandante dei vigili (ci mancava soltanto la banda musicale) irrompono nello stesso partitore Sorical e riparano al maltolto.
Una scena indecorosa tra due comuni, circondati di acqua, che si scannano sulle base di antichi accordi non scritti per qualche litro/secondo in più di acqua nei loro acquedotti.
Tre giorni dopo, la Procura della Repubblica di Crotone notifica a Belcastro un avviso di garanzia per interruzione di pubblico servizio, attentato a impianti di pubblica utilità e danneggiamento aggravato in seguito all’apertura forzata del sito Sorical.
Ci resta male Belcastro, non se l’aspettava, perché l’aveva fatto per il bene del suo popolo.
Lo aveva anche spiegato in una diretta facebook. Eh già, mica si fanno incontri pubblici, si parla al popolo attraverso i social. E il popolo (quella parte che smanetta nel social) ha la possibilità di commentare, condividere, mettere i like, mandare bacini e cuoricini. È tutto così edulcorato.
E dove si mette il sindaco per fare la sua diretta social? In Sila con alle spalle circa 60 milioni di metri cubi d’acqua del lago Ampollino. Belcastro sicuramente non è circondato da buoni strateghi della comunicazione, perché non poteva scegliersi un posto peggiore per parlare al suo popolo in un momento che strippa per problemi di carenza d’acqua, mentre quel grande serbatoio del lago è a disposizione soltanto per i profitti della multinazionale bresciana. Sulle questioni di A2A ci ragioniamo in altre pagine del giornale.
Intanto, il 10 arrivano le precisazioni da Sorical che spiega, con la sapienza dei luminari, che non esiste carenza idrica a Cotronei, ma uno sbilanciamento della ripartizione dell’acqua disponibile a tutto vantaggio delle utenze dei villaggi turistici. E poi il comune di Cotronei non avrebbe inteso mettere in esercizio tre serbatoi, costruiti con fondi pubblici e mai entrati in funzione per servire l’area di Trepidò. Insomma, a Belcastro gli lisciano il pelo e Sorical ne esce quasi immacolata, nonostante tutto.
Pronta risposta del sindaco, e poi con aggiunta di un post sul suo bel profilo facebook, si mostra preoccupato di rimanere a secco d’acqua perché Sorical favorisce gli amici “…. e la magistratura che fa?????”. Quattro puntini sospensivi e ben cinque punti interrogativi.
Fine dell’ammuina tra le parti e il pensiero rivolto altrove, alle elezioni. Poco conta che il popolo continui ad avere poche ore di acqua al giorno, gli impegni son altri, come altri saranno gli interlocutori nel mese di ottobre per riparlare dei problemi dell’acqua a Cotronei.

Qualche riflessione.
Il “teatrino Sorical” sta tutto dentro le dinamiche del potere politico regionale. Con Oliverio presidente della Regione e con Incarnato commissario di Sorical, il comune di Cotronei non ha sofferto eccessivamente per diminuzioni della portata dell’acqua. Questo perché Belcastro era funzionale ai rapporti di forza politica dell’ex governatore sangiovannese.
Con il governatorato Santelli/Spirlì e con Calabretta nuovo commissario di Sorical, nel 2020 sono ritornati i problemi in modo accentuato.
Sorical è un carrozzone mantenuto in vita dal potere politico regionale, ormai da qualche anno alla canna del gas, dopo che i francesi di Veolia sono scappati col malloppo lasciando l’infrastruttura stracotta.
La questione Sorical passerà al nuovo governatore della Calabria dopo le elezioni del 3-4 ottobre. La riorganizzazione del sistema idrico integrato (acqua e depurazione) è strettamente connessa alle diverse visioni degli schieramenti in campo e sarebbe opportuno dichiararsi senza retorica e ipocrisie: tra pubblico o privato, per l’interesse della collettività o per qualche società protesa al profitto, e quali progetti per il futuro.
Il “teatrino comune Cotronei” sta tutto dentro il disinteresse nell’organizzare un servizio idrico degno di questo nome. I problemi riguardanti l’acqua a Cotronei non sono circoscritti soltanto all’estate perché le operazioni di apertura e di chiusura dei serbatoi comunali avvengono in tutte le stagioni. Lo scorso inverno, con parte del paese coperto di neve, i rubinetti erano a secco. Una follia, una vergogna.
Hanno aspettato passivamente il mese di agosto senza mettere in conto gli ulteriori problemi che sarebbero arrivati, e senza avere un’idea di come affrontarli se non facendo, appunto, ammuina.
La questione acqua a Cotronei passerà al nuovo sindaco dopo le elezioni di ottobre. Come per la politica regionale, la riorganizzazione del sistema idrico integrato (acqua e depurazione) è strettamente connessa alle diverse visioni degli schieramenti in campo e sarebbe opportuno proporre un progetto, l’idea per garantire la corretta depurazione e l’autosufficienza idrica a Cotronei, senza interruzioni del servizio e in tutte le stagioni.

 

da: Cotroneinforma n. 143/2021

NUOVE RISERVE D’ACQUA

È una fissa di questo giornale ormai da qualche anno, ovvero di veder realizzati bacini artificiali e/o serbatoi di accumulo a monte del centro abitato.
Nel 2014, poi, abbiamo ulteriormente sollevato la questione, anche perché ci pareva il momento opportuno.
Infatti, il comune di Cotronei aveva concluso la transazione con A2A ottenendo due milioni e 700mila euro come risarcimento di una serie di tributi non pagati, la chiusura del contenzioso di oltre 660mila euro per Casa Pasquale, il rifacimento della strada di Orichella e la messa in regime per le imposte comunali quantificate in circa 350 mila euro l’anno.
L’ottenimento di tutti quei soldi lo abbiamo sempre sentito come un merito di Cotroneinforma. Nel gennaio 2012 mandavamo in stampa il numero 105, che apriva con una fantastica copertina titolata “L’America”. Da una dritta presa da un nostro amico in Piemonte, sollevammo la necessità di recuperare le imposte comunali mai pagate dalle società proprietarie degli impianti idroelettrici silani. Forse, l’Amministrazione e i tecnici comunali presero le mosse da quel giornale. Forse. Noi lo abbiamo sempre pensato e scritto. Mai nessuno lo ha smentito.
E nel 2014 avevamo scritto che quei benedetti soldini bisognava allocarli in opere strutturali guardando al futuro della collettività, magari attraverso un concorso d’idee, per fare discutere la gente sulle necessità, sui bisogni, in un’ottica di democrazia partecipata, per proporre progetti, per la condivisione dell’utilizzo delle risorse economiche disponibili. Niente di più.
Con il giornale avevamo fatto anche qualche nostra proposta, il nostro contributo al concorso delle idee: un investimento economico rilevante per il futuro attraverso l’acqua, nella realizzazione di riserve d’acqua, sia per uso potabile, sia per l’irrigazione. Dunque un bacino a monte del paese, e poi la realizzazione delle adduzioni per raggiungere gli spazi pubblici, le abitazioni e i terreni ad uso agricolo.
Le nostre furono parole al vento. Quei soldi si persero in mille rivoli senza lasciare una traccia simbolica, un bene duraturo che sintetizzasse la provenienza del denaro utilizzato.
Siamo sempre più convinti della validità del progetto, tanto da lanciare la palla agli schieramenti in campo alle elezioni comunali e, ancor di più, al futuro nuovo primo cittadino di questa nostra piccola comunità, tenendo presente che si sono sempre quei 350 mila euro l’anno da destinare magari al pagamento di un mutuo necessario al bisogno, e ricordando che nei prossimi decenni le riserve d’acqua saranno più preziose dei pozzi di petrolio. Non dimentichiamolo.

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