Ovvero, il non detto diventa imprescindibile
La questione è delicata e controversa, così come si presta ad essere trattata da innumerevoli angolature che potrebbero risultare anche abbastanza distanti e/o dissonanti. Proverò a tracciare una trama che possa consentire di avere un’idea di insieme della situazione contingente e, nel suo complesso, da cosa derivi e da cosa dipenda.
Atto primo. Sequestro del depuratore in località Trepidò
La notizia è risaputa. Alla vigilia di Ferragosto i Carabinieri Forestali hanno posto i sigilli al depuratore di Trepidò nel Comune di Cotronei. Presa di parola spregiudicata e rischiosa del Sindaco Belcastro, risposta velleitaria e confusa del candidato a sindaco del gruppo di minoranza Secreti. Rassegna stampa consultabile sul sito web cotroneinforma.org.
Tralasciando di riferire ciò che, nelle due note stampa, è prassi consolidata di diatriba politica senza alcuna discussione nel merito, a me interessa riportare la discussione su di un piano di assoluto pragmatismo tangibile. Cioè provare a far sì che si parli, se possibile con dovizia, del Servizio Idrico Integrato (SII) di cui la depurazione è parte.
Riordiniamo le idee con stralci delle dichiarazioni dei diretti interessati.
Il Sindaco afferma: «[…]Ereditata da altre gestioni passate l’inserimento di Cotronei tra i siti individuati nella infrazione comunitaria all’Italia per inquinamento ambientale […] Il Comune gestisce l’impianto di depurazione da oltre 20 anni […]».
Come si suole dire, “delle due l’una”. È evidente che le due affermazioni siano assolutamente contraddittorie e che egli, in un eccessivo atto di benevolenza nei confronti delle amministrazioni succedutesi nei vent’anni citati, si sia lasciato scappare un numero a caso.
Ovvero! Dovremmo forse dubitare che la Società Acque Krotonesi (SoAKro S.p.A.) abbia gestito il SII del Comune di Cotronei e quindi anche il depuratore di Trepidò dal 2008 al 2015? Tutto ciò, nonostante la stipula delle convenzioni con cui sono state consegnate le infrastrutture idriche (compreso ovviamente anche il depuratore in questione) dal comune a SoAKro nel 2008 e da SoAKro al comune nel 2016? Sarebbe uno scoop sensazionale, ma evidentemente, mi spiace doverlo ammettere, così non è.
Infatti il Sindaco ha perfettamente ragione quando dice che l’infrazione comunitaria è diretta conseguenza di inadempienze pregresse a cui ovviamente evita accuratamente di dare un nome e/o citare. Siano le inadempienze dei suoi predecessori o della SoAKro poco importa.
L’opposizione abbocca all’amo gettato con l’esca dell’affermazione Ereditata da altre gestioni passate, si lascia prendere dalla foga di ribattere e si lancia nel proprio J’accuse: «[…]L’attuale sindaco è in carica da oltre otto anni: essere riusciti a presentare appena un progetto di fattibilità per ottenere un finanziamento è veramente poca cosa […]».
Da qui si deduce che anche il gruppo consiliare di minoranza crede che l’esperienza di gestione della SoAKro non sia mai esistita e attacca il sindaco per una fantomatica gestione continuativa ed ininterrotta della depurazione comunale durante il proprio mandato.
Ovvero! Dovremmo forse sperare che sia soltanto una gaffe? Perché se fosse vero il contrario saremmo di fronte all’imbarazzante problema di scarsa conoscenza della materia del contendere.
A questo punto mi verrebbe da chiedere, pur non sapendo a chi rivolgere questa domanda, se nella nostra comunità ci sia qualcun altro che abbia il ricordo di aver vissuto insieme a noi di Cotroneinforma quest’illusoria esperienza desolante della gestione SoAKro, di cui tutti accuratamente obliterano l’esistenza. Gli uni evitando di citarla quando si tratta di dover addebitare una qualunque forma di responsabilità, gli altri omettendone completamente nascita, vita e morte.
Noi dell’associazione continuiamo a patire quell’esperienza con frustrazione e rabbia.
Atto secondo. Rinfreschiamo la memoria
PRESA D’ATTO AFFIDAMENTO DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO
«[…] con convenzione stipulata in data 21/03/2007 l’Autorità d’Ambito ha proceduto ad affidare il Servizio Idrico Integrato dell’ATO Calabria 3 Crotone alla SO.A.KRO S.p.A., concedendo alla stessa per la durata di venti anni di tutte le opere, impianti e canalizzazioni attinenti al S.I.I. di cui all’art 19 della convenzione medesima;
con nota del 6.12.2007 […] il suindicato gestore del Servizio Idrico Integrato ha comunicato l’acquisizione, con decorrenza dal 1° gennaio 2008, del comparto idrico fognario attualmente gestito dal comune di Cotronei […]».
A tal proposito occorre ribadire, a maggioranza e opposizione, che il Comune di Cotronei è il legittimo proprietario delle infrastrutture idriche che sono state affidate al gestore in concessione gratuita così come esplicitato sempre nella PRESA D’ATTO AFFIDAMENTO DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO:
«[…]Visto l’art. 153, comma 1 e 2,del suindicato D. Lgs. 152/2006 che dispone:
a)l’affidamento in concessione gratuita delle infrastrutture idriche di proprietà degli enti locali (acquedotti, fognature, impianti di depurazione e altre infrastrutture idriche) al gestore del servizio idrico integrato, il quale ne assume i relativi oneri nei termini previsti dalla convenzione e dal relativo disciplinare;
b)il trasferimento al gestore unico, che subentra agli enti locali nei relativi obblighi, delle immobilizzazioni, delle attività e passività relative al servizio idrico integrato, ivi compresi gli oneri connessi all’ammortamento dei mutui oppure i mutui stessi, al netto di eventuali contributi a fondo perduto in conto capitale e/o in conto interessi; […]» e ancora più in dettaglio nella CONVENZIONE DI AFFIDAMENTO DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO, in cui si stabilisce che il compito manutentivo degli impianti è in capo al gestore, cioè SoAKro, infatti: «[…] Articolo 20) Modalità di conduzione delle opere e impianti; manutenzioni ordinarie e straordinarie – programmate ed impreviste:
1.Il GESTORE per l’intera durata dell’affidamento e fino alla riconsegna dei beni inerenti il S.I.I. di cui il successivo articolo 24, è responsabile della manutenzione dei beni affidati al fine di mantenerli in buono stato di efficienza e funzionalità secondo gli standards definiti nel DISCIPLINARE; 2.Il GESTORE è responsabile inoltre dell’adeguamento di tutti i beni affidati e di quelli successivamente realizzati alle norme tecniche di settore vigenti o emanate successivamente all’affidamento; 3.Il GESTORE è tenuto alla realizzazione ed esecuzione degli interventi di manutenzione straordinaria, così come previsti nel Piano degli interventi contenuto nel PIANO e nel POT, nonché di ogni altro intervento imprevisto, operando con i criteri e le modalità previste nel DISCIPLINARE;[…]».
SCHEMA ACCORDO QUADRO TRA COMUNE DI COTRONEI E LA SOCIETÀ SO.A.KRO. S.P.A. PER IL SUBENTRO DELL’ENTE COMUNALE NELLA GESTIONE PROVVISORIA ED ESCLUSIVA DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO
Il 30/11/2015 con la Deliberazione del Consiglio Comunale n°34 è stato approvato lo schema di accordo quadro, poi definitivamente sottoscritto dai contraenti in data 04/12/2015, quindi con nota della Prefettura di Crotone del 21/01/2016 si comunicava al Comune di Cotronei il fallimento della Società Acque Krotonesi “So.A.Kro. S.p.A.” ed infine con verbale di consegna del 15/02/2016 «[…] il curatore fallimentare procedeva alla consegna delle opere e degli impianti strumentali alla gestione del servizio idrico integrato di competenza del comune di Cotronei […]».
Mettiamo un punto. Il 15/02/2016 finisce formalmente l’esperienza SoAKro ed inizia quella della gestione diretta municipale.
Atto terzo. Tre anni di affidamenti senza controllo
Ma in cosa consiste tale gestione?
1)Nel consegnare il SII nelle mani esperte di qualche dipendente comunale, per fortuna dall’ottima conoscenza (memoria storica si direbbe).
2)Nell’eseguire interventi di manutenzione straordinaria delle reti idriche colabrodo (sempre gradito lascito delle esperienze passate) e analisi di routine su acque e reflui (che avremmo il piacere di esaminare).
3)Nello stabilire l’affidamento diretto del SII a tre diverse società esterne, con due differenti formule esplicitate come segue: “Servizio di gestione, conduzione e manutenzione ordinaria impianti di depurazione e stazioni di sollevamento” o “Servizio di supporto alle attività manutentive degli impianti di depurazione, delle stazioni di sollevamento e delle opere e degli impianti strumentali alla gestione del servizio idrico integrato”.
È interessante analizzare le determinazioni con cui è stato affidato il servizio perché si colgono particolari rilevanti che ci aiuteranno a delineare le storture degli affidamenti.
Rilevante da citare è la forma di autotutela dietro cui si trincera l’amministrazione comunale e che si esplicita (già nel primo affidamento diretto) con la formula: «[…] Che, è necessario ed urgente, altresì, affidare temporaneamente ad una ditta specializzata nel settore, dotata di mezzi e personale tecnico idoneo, la gestione del servizio di conduzione degli impianti di depurazione e sollevamento, nelle more dei tempi tecnici di espletamento della gara d’appalto, al fine di scongiurare disservizi con conseguente pericolo per l’igiene e la salute pubblica nonché danni irreversibili all’ambiente […]». In tale espressione è già lampante ed evidente tutto ciò che proverò a contestare nel prosieguo del ragionamento, tripartendo l’intero periodo che suona complessivamente come un buon artificio retorico.
«[…] Che, è necessario ed urgente, altresì, affidare temporaneamente ad una ditta specializzata nel settore, dotata di mezzi e personale tecnico idoneo, la gestione del servizio di conduzione degli impianti di depurazione e sollevamento […]»
Mi piacerebbe saper rispondere alla domanda di quali siano stati criteri con cui si sono selezionate le “società” cui affidare il servizio. Posso solo riportare che le tre “società” in questione sono: una Società Cooperativa a Responsabilità Limitata (Multiservizi-Soc. Coop. Sociale Onlus), una Società Cooperativa (Giovani del 2000 Società Cooperativa) ed un S.R.L. (Thema Impianti S.R.L.).
Se poi si analizza la questione se queste società possedevano e/o possiedono le capacità tecniche (anche strumentali) ed i requisiti (anche economici) per gestire il servizio la questione si fa ancora più curiosa e sorprendente.
Prendiamo il caso del primo affidamento.
Dalla visura camerale della società in questione si rileva che essa dichiarava nel 2016 di effettuare come attività prevalente gestione e manutenzione impianti di depurazione e di possedere codice ATECO 81.29.99 che non è conforme e, anzi, completamente estraneo al servizio idrico. Infatti i codici ATECO per il servizio idrico sono 36 e/o 37, in base all’attività svolta. Nel caso del servizio appaltato avrebbe dovuto essere 37.
La disamina del bilancio 2015 della società conferma le mie perplessità, per assenza dei requisiti specifici richiesti. 1)Nella Nota Integrativa gli amministratori dichiarano che la società opera prevalentemente nel settore “produzione e lavoro-gestione servizi e inserimento lavoro” ed occorre rimarcare che i “servizi” non sono e non saranno mai i servizi pubblici e il servizio idrico in particolare. 2)Come fa ad avere al Registro delle Imprese come attività prevalente “gestione e manutenzione impianti di depurazione” se non ha mai svolto questa attività almeno fino al 31/12/2015.
Quindi la risposta alla domanda è assolutamente no, l’affidatario Multiservizi-Soc. Coop. Sociale Onlus non possedeva all’epoca alcuno dei requisiti richiesti.
A chi di dovere valutare gli affidamenti successivi!
«[…]nelle more dei tempi tecnici di espletamento della gara d’appalto […]»
È una dichiarazione ipocrita essendo perfettamente a conoscenza che il bando probabilmente non verrà mai redatto. In effetti se avessero voluto, l’arco di tempo di tre anni e mezzo sarebbe stato sufficiente per redigere uno straccio di bando che, prevedendo una continuità nel servizio di gestione e/o manutenzione, avrebbe anche evitato eventualmente l’impossibilità di addebitare responsabilità a terzi nel caso di contenziosi, come nella vicenda del depuratore di Trepidò.
Ah dimenticavo, che illuso che sono! Forse questo è proprio ciò che si intende ottenere.
«[…] al fine di scongiurare disservizi con conseguente pericolo per l’igiene e la salute pubblica nonché danni irreversibili all’ambiente […]»
Qual è l’elemento che determina la continuità temporale del servizio e com’è determinato l’importo per il servizio prestato?
Nessuno. L’unico elemento discriminatorio è l’importo della prestazione del servizio. Ovvero, la somma determinata, presumibilmente in colloqui informali, deve rimanere sotto la soglia di 40.000 euro, cioè il limite oltre il quale gli affidamenti diretti non sono consentiti. Sempre considerando il fatto che la soglia citata è una deroga e non la regola, a meno che non si decida sapientemente di rimanere sempre in emergenza, così come era effettivamente la situazione post fallimento SoAKro.
Altra questione riguarda le inevitabili interruzioni nella “gestione del servizio a spezzatino” dovute alla asincronia tra la fine di un affidamento e l’inizio di quello successivo, per i quali io ho conteggiato almeno tre interruzioni (18-31 gennaio 2017, agosto-settembre 2017 e, incredibilmente, giugno 2019 ad oggi). Ciò significherebbe che dal mese di giugno corrente anno, quindi da due mesi e mezzo prima che avvenga il sequestro, non vi è alcuna società che effettui il servizio. Sarebbe strano, poiché da quanto proclama il sindaco è solo nel periodo estivo che si registra il disagio al depuratore di Trepidò.
Ma queste interruzioni sono solo mie maldicenze naturalmente!
Atto quarto. Postilla economica
Conoscere quali siano stati i costi sostenuti e a fronte di quale livello qualitativo del servizio sarebbe un impagabile piacere, ma purtroppo bisogna continuare ad affidarsi alle ipotesi. Forse strambe, ma almeno fondate su documenti ufficiali.
Quale sia stata la capacità di prestazione dell’affidatario non è dato sapere, probabilmente ci saranno dei verbali interni di servizio sulle attività effettivamente svolte. O forse no?
1)Per quanto riguarda i costi totali ad oggi ci si aggira intorno ai 380.000 euro (da gennaio 2016 e solo considerando le determinazioni in cui è citata la depurazione) che corrisponde alla somma delle spese effettivamente sostenute/saldate e dei preventivi di spesa contenuti nelle determinazioni.
La cifra è ovviamente da considerare orientativa poiché affetta da due indeterminatezze. La prima dipende dal fatto che il sottoscritto non è certo di possedere tutte le determinazioni in materia di SII. La seconda è frutto di una sostanziale incoerenza tra preventivi di spesa e spese effettivamente sostenute.
2)Un caso specifico da segnalare è il preventivo di spesa per la sostituzione dell’elettropompe per il depuratore di Trepidò (Determinazione Settore 4° “AREA URBANISTICO-TECNICA MANUTENTIVA”, N°134 dello 03/07/2017) poiché ormai «[…]non più funzionanti e tali da non poter essere riparate […]».Purtroppo non sono in possesso di alcun documento che certifichi l’acquisto definitivo delle elettropompe (cioè mi manca la determina di pagamento) e sarebbe bello sapere se le pompe hanno ricominciato a funzionare miracolosamente o se effettivamente sono state sostituite.
3)Rimane ancora inevasa una domanda posta all’amministrazione comunale già in passato e forse ossessivamente (vedi Cotroneinforma, n. 134, L’inutile galanteria del tempo, p. 22; n. 124, Delibera di Iniziativa Popolare, p. 8). La posizione debitoria di SoAKro nei confronti del Comune di Cotronei rimane ancora quella segnalata nella Deliberazione Giunta Comunale n. 36 del 08/03/2018?
La SoAKro è debitore nei confronti del Comune di Cotronei: 1) € 372.493,92 per quanto concerne le rate di mutuo non versate; 2) € 153.582,66 derivanti dalle ordinanze contingibili e urgenti n.13/2015 e n. 15/2015 (per le quali, in verità, l’Amministrazione si era già attivata in giudizio legale); 3) € 45.472,55 derivanti dal pagamento di energia elettrica per conto di SoAKro.
Atto quinto. Delibera di Iniziativa Popolare
L’impegno profuso dalla nostra associazione non può essere messo in discussione.
Già nella prima metà del 2015 abbiamo provato a costruire una interlocuzione con l’amministrazione comunale, poi abortita per differenti visioni politiche sulle strategie da perseguire per una vera e reale ripublicizzazione a livello municipale del servizio idrico. Coerentemente con gli obiettivi e le finalità del percorso referendario, che prevedeva la completa esclusione delle società di capitale dalla gestione del servizio idrico, abbiamo promosso e consegnato una Delibera di Iniziativa Popolare, accompagnata dalle firme necessarie alla sua presentazione.
All’atto della consegna della delibera che portava il titolo “Rescissione della convenzione stipulata con la società Soakro SpA, modifica dello Statuto Comunale e contestuale istituzione di un tavolo tecnico per la creazione di una Azienda Speciale partecipata di diritto pubblico per la gestione del servizio idrico integrato”, chiedemmo che la discussione della Delibera di Iniziativa Popolare avvenisse attraverso la convocazione di un Consiglio Comunale Aperto, in cui i proponenti fossero auditi per esporre le proprie posizioni in merito alla gestione del SII nel Comune di Cotronei.
Nessuna discussione della proposta in Consiglio Comunale. Solo la modifica dello Statuto comunale recependo la nostra richiesta.
Per quale motivo proponevamo la costituzione dell’Azienda Speciale di Diritto Pubblico come forma di gestione più coerente con il risultato referendario?
Poiché l’Azienda Speciale è al 100% di capitale pubblico, essendo un ente strumentale dell’ente comunale. Poiché il capitale sociale non è diviso in azioni che possano essere vendute e messe sul mercato come nel caso dei soggetti di diritto privato anche a capitale pubblico (SoAKro S.p.A.), quindi non può essere privatizzata. Poiché non deve fare utili in quanto soggetto di diritto pubblico, che svolge come finalità un servizio pubblico.
È aperta alla partecipazione della cittadinanza poiché gli atti fondamentali dell’Azienda Speciale passano attraverso il voto dei consigli comunali.
Proprio quest’ultimo aspetto mi interessa rimarcare in conclusione.
Risulta evidente, senza che ci sia bisogno di ribadirlo, che molte delle storture elencate in questo lungo articolo non avrebbero avuto modo di esistere o quantomeno non avrebbero costretto il sottoscritto a fare questo lavoro di ricostruzione “investigativa”, se le discussioni fossero state pubbliche in Consiglio Comunale. Così come la responsabilità collettiva di supervisione dell’organo consiliare non avrebbe abdicato al proprio ruolo, rispetto a materie su cui ha competenza, lasciando alle decisioni della maggioranza e/o dei responsabili dei “Settori” comunali la facoltà di dettare la linea, in perfetta autonomia, sulla gestione un bene pubblico essenziale.
Visto che nessuno dei gruppi consiliari si assume questa responsabilità, ci proponiamo di ricoprire questa arduo ruolo, consapevoli della necessità di fare chiarezza e di contestare scelte amministrative, a nostro modo di vedere, incancrenite e inconcludenti.
Peppe Guarascio
Tratto da: http://cotroneinforma.org/wp-content/uploads/2019/10/138.pdf