CALABRIA

SOGNARE QUELLO CHE POTREBBE ESSERE

Rimettere l’immaginazione al potere? In conclusione alla sua interpretazione della critica socio-culturale contenuta nel Decameron, Pasolini si mette in scena negli abiti di un pittore mentalmente e fisicamente teso a riuscire la sua opera. Davanti al risultato si pone la questione se non fosse bastato sognarla.(1)

L’Opera del suo pittore era sponsorizzata dalla Chiesa. Per non soccombere al solipsismo berklesiano, noi, nella nostra terra calabrese, terriccio di tante utopie da concretizzare, cerchiamo di conferire al sogno un ruolo operativo, quello dell’immaginazione e del concepimento iniziale. Proponiamo qui un piccolo pezzo idiosincratico per sintetizzare tre dei miei sogni per la Calabria. Mi sembrano essere delle iniziative emblematiche del sviluppo virtuoso che potrebbe essere.

La questione dello sviluppo socio-economico e culturale riposa usualmente sulla pianificazione pubblica oppure sulla sua drammatica assenza. La pianificazione, in qualsiasi forma, indicativa o incitativa, necessita studi di prospettiva per fissarne gli obbiettivi e il loro ordine di priorità. Necessita, inoltre, studi di congiuntura per eventualmente correggere il tiro. Questo perché, nel quadro attuale di una economia abbandonata alle forze aleatorie del mercato globale, le previsioni a corto, medio e lungo termine rimangono azzardate. Fatto sta che le regioni più arretrate non possono permettersi di subire il disaggio causato da tante urgenze quotidiane perdendo di vista la logica globale dello sviluppo. L’albero non deve mascherare la foresta.

Sappiamo che il valore di scambio delle merci viene determinato nel quadro delle Formazioni Sociali Nazionali o Sovranazionali considerate. Il tasso di scambio della moneta ne è la prova tangibile. Sappiamo pure che dalla forma assunta dall’inserzione della FS nell’Economia Mondiale Capitalista dipenderà l’appartenenza al Centro, alla Semi-Periferia oppure alla Periferia dell’Ordine economico mondiale vigente. Questa inevitabile competizione mondiale non esclude la battaglia per una nuova definizione dell’anti-dumping alla OMC per includere i diritti sociali dei laboratori ed i criteri ambientali oggi esclusi. Il grado di regionalizzazione in un quadro sovranazionale o nazionale renderà la gestione dell’inserzione più complessa senza diminuirne la cruciale importanza.

1) GIOIA TAURO E LA SUA ZONA INDUSTRIALE
A tutti questi livelli, c’è comunque l’obbligo etico-politico di tirare il migliore partito delle nostre carte vincenti. In un sistema di libero scambio globale non si può trascurare la minima possibilità di intercettare una parte consistente del flusso globale delle merci, né di cercare a controllarne la produzione ed il ciclo di vita. In questa ottica, il porto calabrese di Gioia Tauro, uno dei più belli porti in acqua profonda al mondo, potrebbe diventare la Rotterdam del Mediterraneo grazie ad un adeguato collegamento ferroviario. Oggi il porto è de facto soffocato perché vi sono solo 5 partenze di treni al giorno. Queste partenze dovrebbero essere rapidamente moltiplicate per 2 o per 3. (2)

Negli ultimi decenni, il fulcro del commercio mondiale si è spostato verso il cosiddetto Pacific Rim. Questo spostamento avvenne di pari passo con la liberalizzazione crescente del commercio mondiale. Per quello che riguarda la UE, la Germania, si è imposta come il primo esportatore e importatore al mondo.

Gioia Tauro è il punto di sbocco naturale in Europa della Via della Sete in transito nel Canale di Suez recentemente allargato. Perciò, il potenziamento del collegamento ferroviario verso il tunnel del San Gottardo, anch’esso ultimamente potenziato, e dunque verso la Mitteleuropa e Amburgo, è una delle chiavi del progresso del Porto come pure della Calabria intera. Rimane la condizione sine qua non per incrementare i posti di lavoro invece di accontentarsi della gestione degli ammortizzatori sociali con l’attuale Agenzia del lavoro, senza altro orizzonte positivo. (3)

Oggi, Gioia Tauro muove attorno ad ¼ dei container di Rotterdam. Potrebbe facilmente triplicare questo traffico. Se non altro perché un buono collegamento ferroviario permetterebbe alle compagnie di trasporto marittimo di risparmiare attorno a un mese di navigazione verso Amburgo e gli altri porti dell’Europa del Nord. Lo sviluppo di Gioia Tauro non toglierebbe niente agli altri porti italiani, meno attrezzati per ricevere i super-container. (4)

L’incremento del traffico marittimo e ferroviario di Gioia Tauro indurrebbe il decollo della zona industriale, prevista sin dall’origine ma oggi deserta. Si tratta di una semplice questione di localizzazione dei fattori di produzione e di scambio. Oggi, malgrado i numerosi problemi conosciuti da tutti, il Porto di Gioia Tauro genera oltre 50 % del PIL regionale. Il potenziale di crescita è immenso. Se non altro perché il risparmio del costo di trasporto rappresenta un prezioso vantaggio comparativo nella determinazione del costo di produzione delle merci.

Questo ragionamento di decollo socio-economico e culturale dovrebbe essere integrato nel quadro di un concetto tecnopolitano della Città metropolitana di Reggio Calabria. Per ora, la nostra Città metropolitana si riduce solo alla provincia ribattezzata così. Dovrebbe invece focalizzarsi sulle sinergie derivanti dall’offerta dei servizi finanziari, tecnologici e universitari, manageriali e di manodopera qualificata, senza dimenticare i servizi sanitari e culturali di qualità e le altre infrastrutture che determinano la qualità della vita. Oltre a Gioia Tauro, si potrebbe recuperare il Vecchio Porte di Reggio Calabria nel prolungamento del celebre Lungomare e farne un centro di eccellenza turistica e di innovazione tecnologica-industriale – tipo Sophia Antipolis nel Sud della Francia, senza però perdere di vista le iniziative europee universitarie relative al mondo Mediterraneo. Una tale ristrutturazione avvenne già molti anni fa nel vecchio porto di Stoccolma o quello di Toronto. Infine, si dovrebbe creare una divisione dei compiti di modernizzazione tra la nostra capitale regionale e gli altri grandi e medi centri urbani calabresi, puntando sul rafforzamento mutuale.

2) RECUPERO DEL SITO DELLA PERTUSOLA SUD AL BIVIO DI CROTONE
Si tratterrebbe di recuperare questo sito al bivio di Crotone per istallare un impianto di riciclaggio degli vari strumenti elettronici. Recupero e istallazione dovrebbero essere concepiti a norme europee (5) e non certo secondo il contro-modello sovradimensionato del termovalorizzatore di Acerra. Questi vari prodotti, ai quali vanno aggiunti varie lampade a neon ecc., contengono quantità di metalli preziosi e di cosiddette « terre rare ». Questo riciclaggio è più produttivo rispetto alle industrie estrattive ordinarie. Le risorse in questione, indispensabili per la Nuova Economia, scarseggiano in Italia. Nel quadro della cosiddetta «economia circolare » (6) questa industria sarebbe redditizia. Questo perché il costo del riciclaggio è incluso in modo crescente nel prezzo di vendita. Inoltre, la posizione oligopolista affermata della Cina in materia di gestione delle terre rare ha portato ad un aumento dei prezzi. Esistono pure fondi europei specifici per il recupero dei suoli inquinati, la protezione ambientale e le nuove industrie del riciclaggio.

Il CRN italiano ha sviluppato dei forni ad altissima temperatura utili per il ricupero di questi metalli. A mia conoscenza, non si è ancora saputo trarne vantaggio. In Belgio e in Francia, le industrie di riciclaggio sono già avviate con grande successo. (7) Al bivio di Crotone ci sono già dei vecchi impianti industriali abbandonati da ricuperare senza cambiarne la designazione. La loro localizzazione è ineguagliabile: porto di Crotone già attrezzato, in linea con il Canale di Suez, facilmente collegabile al centro industriale-economico della UE, e provvisto da un vicinissimo bacino di manodopera ecc.

A Crotone ed intorno, le cittadine/i sono probabilmente perplessi rispetto all’esito recente del processo Black Mountain (8) relativo all’uso delle migliaia di tonnellate di scorie proveniente dal sito della Pertusola Sud. Se l’esito del processo sembra « giustamente » fondato sulla definizione legale del pericolo all’epoca dei fatti, rimane la questione dei studi epidemiologi già fatti o da fare. Sottolineo che, oltre i fondi europei, esistono dei fondi italiani per la bonifica dei terreni inquinati (9). Anche questa fase, se fatta a norme, è produttrice di impieghi e di valore aggiunto per le comunità coinvolte, per la Regione e per l’intero Paese. Nel caso discusso qui si tratterebbe della bonifica di un sito di interesse nazionale in una zona già definita in quanto tale.

3) IL CAMMINO DI GIOACCHINO DA FIORE
La realizzazione del Cammino di Gioacchino da Fiore segnalerebbe una volontà di riscatto della nostra Regione. Andrebbe da Reggio Calabria – arrivi con navi – o da Lamezia Terme – arrivi aerei – a Corazzo, a Cosenza per ammirare il Duomo (10), a Pietrafitta, a Jure Vetere e San Giovanni in Fiore, all’antica grangia del Vurdoi, e infine, apoteosi, a Crotone, città di Pitagora. Con questa scusa, i turisti potrebbero scoprire chi le bellezze naturali, chi quelle archeologiche, museali e storiche della nostra Regione. (11)

Il Cammino di Santiago di Compostela è dedicato all’apostolo certamente più dogmatico. Intanto, al livello turistico, vede oltre 200 000 escursionisti all’anno con una crescita annua attorno al 10 % (12). Per parte sua, il Cammino di Gioacchino rinvia alla secolarizzazione dello Spirito ed alla tolleranza, cioè ai migliori aspetti universali delle società moderne e del divenire umano. Gioacchino era un grande pitagorico, cioè un teorico che usava narrazioni per illustrare la scienza alla masse allora incolte, invece di usarle col scopo di subordinarle. Ne testimonia, ad esempio, la sua riformulazione del Tetramorfo la quale costituisce il cuore del suo ugualitario Ordine Nuovo. (13)

Dato che i Tedeschi sono già tra i migliori conoscitori del nostro Abate, un tale progetto attirerebbe migliaia di turisti nella nostra regione, almeno se si sviluppasse un sapere fare calabrese all’altezza nell’accoglienza turistica. La lingua italiana rimane una delle più studiate al mondo. Oltre la prima generazione, ci sono più di 60 milioni di persone di origine italiana all’estero, molti provenienti dal Mezzogiorno e dalla Calabria. Sappiamo che secondo la qualità delle infrastrutture disponibili, il moltiplicatore economico del turismo si aggira attorno a 4 o 7 euro per 1 euro investito. (14)

San Giovanni in Fiore (CS), Settembre 2017
Paolo De Marco

1) Per il «Sogno» di Pasolini vedi: https://www.youtube.com/watch?v=dFx6jyOZc0o
2) Tutta questa problematica sembra dipendere dalla gestione quasi monopolistica della MCT in funzione anti-sindacale. Il traffico italiano viene concentrato al Nord ad esempio sul « hub » di Savona. In caso di sciopero il traffico può essere facilmente spostato. Secondo questa interpretazione, Gioia Tauro viene concepita come una variabile di aggiustamento. Secondo certi operai del porto, questo aspetto del potere quasi monopolista viene rafforzato dall’assenza di altre grandi compagnie marittime.
3) La gestione della forza del lavoro sfruttò prima la cassa integrazione; negli ultimi anni, con la decrescita a contro-corrente del traffico, fu presa la decisione di liberare la MCT dai suoi oneri della gestione degli ammortizzatori sociali e del ricollocamento. Prima ci fu la creazione della detta Agenzia responsabile della gestione triennale di attorno a 400 lavoratori con 45 milioni di fondi pubblici. Oggi c’è il ricorso all’Articolo 17, cioè la gestione progressiva degli esuberi tramite l’INPS dopo aver liberato MCT dei suoi oneri. Al contrario, la nostra proposta è suscettibile di creare impieghi diretti e indiretti stabili. Vedi: « Porto Gioia Tauro: pagata prima mensilità di Ima relativa al mese di agosto » https://www.ferpress.it/porto-gioia-tauro-pagata-prima-mensilita-di-ima-relativa-al-mese-di-agosto/
4 ) Renzo Piano ha già sviluppato i suoi schizzi per la costruzione di un nuovo scalo al largo della ormai saturata Genova. Per un costo previsto di 3 a 4 miliardi di euro in fondi pubblici – costo fatalmente destinato a cresce … mentre il porto Gioia Tauro rimane drammaticamente sotto impiegato.
5) «Spazzatura, ecologia e riciclo le nuove frontiere dei “cercatori d’oro”» http://www.paradisifiscali.org/investire/spazzatura-ecologia-e-riciclo-le-nuove-frontiere-dei-cercatori-doro.html Citazione : «Ma non è tutto perché lo smaltimento sbagliato è un problema di cui si è occupata anche la Comunità Europea emanando ben 3 direttive (222/95/CE – 2002/96/CE – 2003/108/CE) recepite dal Governo italiano con il D.Lgs. 151/05, finalizzato appunto alla prevenzione della produzione dei rifiuti elettronici e alla realizzazione di un’efficace sistema di raccolta differenziata e recupero/riutilizzo degli stessi». Vedi «Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche» in https://it.wikipedia.org/wiki/Rifiuti_di_apparecchiature_elettriche_ed_elettroniche
6) Anni fa ho teorizzato l’ecomarxismo, concetto un pochino più complesso di quello più recente di economia circolare. In particolare, presuppone la risoluzione del problema della rendita assoluta o relativa, dunque quello della produttività. In breve, oltre la riformulazione del ciclo di vita del prodotto in chiave ambientale, incluso il riciclaggio ottimale, si tratterebbe di rigenerare le materie prime esistenti in modo artificiale o naturale e di sviluppare i sostituti massificabili industrialmente ma più idonei al rispetto del principio di precauzione. Il costo del riciclaggio, della rigenerazione o dello sviluppo dei sostituti fornirebbe una contabilità più rispettosa dell’ambiente senza spingere alla disincentivazione al consumo – di qualità – delle masse cittadine.. Non crediamo alla necessità di mettere fine alle «rising expectations» delle masse paventata dalla Commissione Trilaterale ed altri soggetti simili.
7) «Umicore: i cercatori d’oro moderni trovano la ricchezza nei rifiuti» 15 maggio 2017, in https://eu-green-week-2017.prezly.com/umicore-i-cercatori-doro-moderni-trovano-la-ricchezza-nei-rifiuti#. Quelle e quelli che leggono il francese potranno verificare : «Recyclage des terres rares, l’idée lumineuse de Rhodia», 30 janvier 2013 https://fr.reuters.com/article/businessNews/idFRPAE90T06B20130130
8) «Processo Black Mountain, prosciolti imputati: la soddisfazione degli avvocati», 28 giugno 2013, 18:06 Crotone Attualità http://www.cn24tv.it/news/70842/processo-black-mountain-prosciolti-imputati-la-soddisfazione-degli-avvocati.html
9) «Le bonifiche dei siti contaminati in Italia», 2012, http://old.cgil.it/Archivio/Ambiente-Territorio/RifiutiBonifiche/Bonifiche/Report2_Bonifiche_SitiContaminati.pdf
10) A Jure Vetere Gioacchino assieme a Raniero da Ponza ed altri rinnovarono l’architettura recuperando e sviluppando il passato scientifico-pitagorico. Tramite il discepole-scriba di Gioacchino, Luca Campano, il Duomo di Cosenza presenta una sintesi diciamo normalizzata. L’influenza fu enorme; se non sbaglio, il grande Andrea Palladio non si capirebbe bene all’infuori di questa riscoperta calabrese.
11) Vedi il libro Luigi Oliverio ed., Eccellenze di – Excellences of Calabria, Pubblisfera Ed., 2016. Per la mia recensione idiosincratica vedi il sito http://rivincitasociale.alervista.org
12) https://fr.wikipedia.org/wiki/P%C3%A8lerinage_de_Saint-Jacques-de-Compostelle
13) Vedi i miei testi su Gioacchino nella Sezione Italia del sito www.la-commune-paraclet.com
14) «Qualche rapporto (2005) • Consumi tur./consumi finali interni = 10,5% • V.A. (PIL) attivato dai consumi turistici = 69.861 ML € = 4,9 % PIL • stima “allargata” del PIL turistico (WTTC) = 8,8% PIL Fonte: CISET – Il turismo nell’economia italiana A.Macchiavelli» https://www.slideshare.net/FormazioneTurismo/impatto-economico-del-turismo . La porzione intercettata dal Mezzogiorno è modesta, v. Il turismo culturale e l’analisi dell’impatto economico nelle regioni meridionali, Paestum, 30 Ottobre 2014, Salvio Capasso, Responsabile Ufficio Economia delle Imprese e Mediterraneo – SRM http://www.borsaturismoarcheologico.it/wp-content/uploads/2013/02/RICERCA-Borsa-2014-DE-Andreis-turismo-culturale-ed-impatto-economico.pdf . Infine, al livello mondiale, il rapporto previsto turismo/PIL per il 2017 sarà attorno al 4 % e quello indiretto al 10 %, vedi « L’impatto economico del turismo nel 2016»  http://www.puretourism.it/impatti-economici/limpatto-economico-turismo-2016/

Tratto da: http://cotroneinforma.org/wp-content/uploads/2017/10/132.pdf

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