CALABRIA IN FIAMME

Nel mese di agosto sono andati in fumo migliaia di ettari di bosco in Calabria, in particolare nel Parco nazionale dell’Aspromonte (nella foto) con uno dei peggiori disastri provocati dagli incendi e che hanno ridotto in cenere un vero tesoro ambientale, un patrimonio dell’umanità, con esemplari di più di 30 metri di altezza e con diametri del tronco fino a 2 metri, come i “giganti di Acatti”, una pineta naturale caratterizzata da esemplari maestosi, con più di mille anni, dalle radici abbarbicate nelle rocce. Tutto andato in fumo, non è rimasto nulla.
È andata distrutta nelle fiamme la pineta di Siano di Catanzaro, sono andati distrutti ettari di bosco in Sila, come di macchia mediterranea sulle colline, come sul monte Reventino, come sul Tirreno cosentino. Fuoco dappertutto in una follia autodistruttiva che nasce dalla cattiveria umana. Certo, sono incendi dolosi, forse dettati dalla follia, forse dagli interessi economici.
Ci sono, del resto, le responsabilità politiche e istituzionali, responsabilità pesanti perché il territorio forestale regionale riversa nel completo abbandono ormai da diversi anni.
Eppure non è stato sempre così, e non mancano modelli e progetti da attuare per la prevenzione; se non fosse che la politica regionale sguazza nell’immobilismo caricando i costi sulla collettività
Vent’anni addietro Tonino Perna, presidente del Parco nazionale dell’Aspromonte riuscì a ridurre del 90% gli incendi nel Parco, una sperimentazione durata un decennio e basata sul principio della responsabilità. Il meccanismo abbastanza semplice: con un bando pubblico affidarono i boschi dell’Aspromonte al Terzo settore, cooperative sociali e associazioni, con un compenso iniziale del 50%, e l’altro 50% a fine stagione, con la condizione necessaria che meno dell’1% del territorio affidato andasse in fiamme.
Lo convocarono a Bruxelles il buon Tonino Perna, per spiegare questo sistema di successo: dagli oltre mille ettari bruciati ogni anno si era scesi a 100-150 e con una spesa di appena 400mila euro.
Applicarlo oggi nella nostra regione costerebbe 3 milioni e salverebbe il patrimonio boschivo; invece per l’attuale sistema antincendio si spendono 18 milioni e il territorio è divorato dalle fiamme.
Di certo non può continuare così. Non deve continuare così.

 

da: Cotroneinforma n. 143/2021

IL PATRIMONIO BOSCHIVO DI COTRONEI

Per fortuna, nella trascorsa estate Cotronei è stato interessato da incendi di piccola portata (nella foto l’incendio del 14 agosto sulla strada per la Sila presso il bivio di Orichella).
È un territorio in gran parte costituito da boschi e vegetazione che circonda le abitazioni, sia in Sila sia in paese. Nonostante ciò, non esiste una politica di prevenzione e monitoraggio di interventi antincendi boschivi, sono anni che ormai non si realizzano fasce parafuoco, non esistono squadre antincendi pronte al bisogno, tantomeno politiche di educazione e di sensibilizzazione nella popolazione per prevenire il fenomeno.
All’incuranza del patrimonio pubblico bisogna aggiungere quello del privato. Le operazioni di alienazione dei terreni del demanio civico hanno portato negli ultimi anni centinaia di ettari di terreno nella proprietà dei privati. Operazione giusta e sacrosanta. Se non fosse per gli effetti collaterali. Molti di questi terreni – sdemanializzati in ragione del fatto che i proprietari ne assicuravano la coltura e/o la valorizzazione – sono ormai lasciati nell’abbandono totale, invasi da erbacce e rovi che rappresentano un accumulo gigantesco di biomasse, potenzialmente pericolosi in caso di incendio. Tutto ciò non rappresenta affatto un messaggio di senso civico e di rispetto per la collettività. Inoltre, un’amministrazione comunale non può far finta di non vedere. Se vengono meno le condizioni che hanno determinato l’alienazione dei terreni, il comune deve ritornare nel possesso del bene e alienarlo magari a quanti disposti a valorizzarlo e proteggerlo dai rischi degli incendi. Prima che il fuoco possa distruggere un patrimonio dal valore inestimabile.
Di certo, un impegno improcrastinabile per la nuova amministrazione comunale che guiderà il paese per i prossimi cinque anni.

da: Cotroneinforma n. 143/2021

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