ACQUA E FUOCO

 

Abbiamo ascoltato la diretta Facebook del sindaco di Cotronei del 7 agosto sulle questioni riguardanti la carenza dell’acqua (https://www.facebook.com/nicola.belcastro.33/videos/440335876990952). Non vogliamo entrare nelle polemiche che riguardano i conflitti tra i comuni interessati, perché danno l’immagine di una guerra tra poveri e perché sembrano riduttive e parossistiche. 

Il carrozzone Sorical – da qualche anno alla canna del gas dopo aver regalato soldi ai francesi di Veolia e lasciato l’infrastruttura stracotta – gestisce, a nostro avviso, l’erogazione dell’acqua secondo gli equilibri del potere politico regionale.

Ci spieghiamo meglio. Con Oliverio presidente della Regione e con Incarnato commissario di Sorical, il comune di Cotronei non ha sofferto eccessivamente per diminuzioni della portata dell’acqua.  Questo perché Belcastro era funzionale ai rapporti di forza politica dell’ex governatore sangiovannese. 

Con il governatorato Santelli/Spirlì e con Calabretta nuovo commissario di Sorical, nel 2020 sono ritornati i problemi in modo accentuato. Quanti seguono le dinamiche politiche fanno presto a percepire il puzzo di bruciato in tutta la faccenda, come se l’acqua dovesse necessariamente prendere le “correnti” del potere dominante.

Comunque la questione è molto più articolata e necessita successivamente di un ragionamento più ampio. In questo momento, però, non possiamo esimerci nell’anticipare un aspetto dissonante in tutta la questione e che nella diretta del sindaco emerge in un modo allucinato, paradossale, fuori da ogni logica di comprensione razionale.

Il citato sindaco parla al popolo sui problemi dell’acqua e alle sue spalle si mette come sfondo 50-60 milioni di metri cubi d’acqua del lago Ampollino. Bene, la questione delle riserve idriche privatizzate, e in mano della multinazionale bresciana di A2A, non fanno parte delle rivendicazioni del sindaco, quasi a voler giustificare una proprietà protesa al profitto economico senza tener conto delle esigenze e delle carenze idriche del territorio. Eppure tutti quei milioni di acqua che A2A gestisce non gli sono concessi per virtù dello spirito santo, ma per accordi politici datati che necessitano immediatamente di essere ridiscussi, sia per Cotronei, sia per gli altri comuni, sia per i Consorzi di bonifica.

Comprendiamo perfettamente che il citato sindaco possiede un buon feeling con A2A che si concretizza da qualche anno con accordi molteplici (a perdere per la popolazione di Cotronei), ma parlare di crisi idrica e mettersi alle spalle tutta quell’acqua sembra un’offesa all’intelligenza di quanti lo ascoltano e una violenza inaudita per quanti non vedono sgorgare dai rubinetti che poche gocce d’acqua al giorno. Indipendentemente dal carrozzone di Sorical.

Ci ritorneremo con il numero 143 di Cotroneinforma, parlando di acqua, di soldi, di progetti, di A2A e di padroni del vapore. Chissà possa servire per quanti si propongono alternativa e/o continuità politica di questa amministrazione uscente.

 

Altra storia, altri problemi.

Non vorremmo essere come la solita Cassandra, ma se così dovesse continuare con il caldo torrido di questa strana estate e con tutte le avvisaglie di questi giorni, uno dei problemi maggiori può presentarsi con gli incendi.

Cotronei è un territorio in gran parte costituito da boschi e vegetazione che circonda le abitazioni, sia in Sila sia in paese. Nonostante ciò, non esiste una politica di prevenzione e monitoraggio di interventi antincendi boschivi, sono anni che ormai non si realizzano fasce parafuoco, non esistono squadre antincendi pronte al bisogno, tantomeno politiche di educazione e di sensibilizzazione nella popolazione per prevenire il fenomeno.

Inoltre – e questa è una beffa insopportabile – le operazioni di alienazione dei terreni del demanio civico hanno portato negli ultimi anni centinaia di ettari di terreno nella proprietà dei privati. Operazione giusta e sacrosanta. Se non fosse per gli effetti collaterali. Molti di questi terreni, sdemanializzati in ragione del fatto che i proprietari ne assicuravano la coltura e/o la valorizzazione, sono ormai lasciati nell’abbandono totale, invasi da erbacce e rovi che rappresentano un accumulo gigantesco di biomasse, potenzialmente pericolosi in caso di incendio. Tutto ciò – non se ne voglia nessuno – non rappresenta affatto un messaggio di senso civico e di rispetto per la collettività. Inoltre, un’amministrazione comunale non può far finta di non vedere. Se vengono meno le condizioni che hanno determinato l’alienazione dei terreni, il comune deve ritornare nel possesso del bene e alienarlo magari a quanti disposti a valorizzarlo e proteggerlo dai rischi degli incendi. Prima che il fuoco possa distruggere un patrimonio dal valore inestimabile.

Avremo modo di riparlarne nel n. 143 di Cotroneinforma in uscita nel mese di settembre, prima delle elezioni amministrative e regionali. Chissà possa servire per quanti si propongono alternativa e/o continuità politica di questa amministrazione uscente.

 

p.f.

 

 

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